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22 maggio 2012

Gli sgomberi a Milano

Gli sgomberi a Milano

Ne sto leggendo di tutti i colori.
2 sgomberi consecutivi e nessun antagonista interviene a sollevare la piazza. Voglio capire e do uno sguardo a indymedia lombardo.

Nessuno si scatena a sottolineare gli sgomberi, nessun corteo di piazza, intendo, anzi, le occupazioni vengono trattate come momenti SPOT, atti dimostrativi mordi e fuggi, già nati per scivolare qua e la senza "incassare" colpi e sgom...beri, mentre però, attenzione, il movimento tende a saldarsi (o a dimostrare di essere saldato) con la cultura di sinistra meno avventurosa e più "legittimata" dalle istituzioni (vedi articolo indy sugli artisti).
Una strategìa che fa comodo sia all'amministrazione del comune, che si dimostra solerte, anche se in realtà non risulta responsabile dei blitz della polizia, sia allo sviluppo di questo riciclo continuo in cui la sinistra è abituata di fagocitare TUTTE le forze in un unico calderone che raccolga dal simpatizzante al gruppettaro incazzato.
Il tutto, con la stampa che gli dà il massimo rilievo, con foto folkloristiche che mostrano non bombe carta, questa volta, ma "simpaticamente colorate" manifestazioni corali di richiesta di cultura.
Allora, dopo il fronte politico tradizionale, il fronte con gli antagonisti delle okkupazioni vere (quelle stabili e incancrenite), dopo la saldatura con i gruppi islamici giudicati più interessanti politicamente, dopo quella con gli ambientalisti che esultano per Area C, dopo quella con i nomadi che ora affluiscono sempre di più a Milano a chiedere favori, ora tocca alla saldatura con la cultura artistica più ufficiale.
Che forse, di tutte è la manovra più semplice, perché, se non c'è forza politica in grado di contrastare il circolo "virtuoso" che hanno intrapreso, ancor meno c'è un'idea di intellettuali dell'arte a indicare una via diversa.
Questo è il mio quadro, e non vedo soluzioni, nessun cuoco è in grado di confezionare minestre senza componenti, e chi cerca di utilizzare componenti stracotti farà anche peggio. Tra poco arriverà il papa a portagli l'imprimatur con la prima candelina sulla torta, come già visto a Cuba. Ma qui ci toccherà ingoiarla meglio, perché qui una volta era casa nostra.
Ci servono nomi di cervelli, ci serve di ritrovare chi ha tirato su la Milano che avevamo. Servono idee. Ci mancavano solo gli estintori di Boni per far capire meglio la differenza tra le idee, che non ci sono, e l'acqua, che non sa di niente.

Blogger jo il 5/6/12 9:13 PM
ciao, scusa il ritardo nell'accettare il commento, purtroppo la moda corrente dello spam, per la quale siamo obbligati a mettere il blocco con verifica, dissuade le persone dal commentare.
Chiedo scusa ... dovrei essere più sollecito a controllare se ci sono commenti seri in attesa di pubblicazione.



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16 maggio 2012

Milano. Se l'arte non è di parte

Fondazione Pomodoro

Dal '95 operava a Milano la Fondazione Pomodoro, nata col nome dello scultore, che perseguiva questi obiettivi, riportati dallo statuto :

a) la realizzazione di un Museo, inteso come luogo della ricerca, conservazione e valorizzazione dell'opera di Arnaldo Pomodoro nei suoi rapporti nazionali e internazionali;
b) la promozione di studi relativi alla storia e alla critica della scultura e dell'arte del Novecento in Italia;
c) l'organizzazione di dibattiti culturali, di convegni, la pubblicazione di riviste o di libri nel campo della cultura, dell'arte, della letteratura e della critica nella materia specifica, nonché l'attribuzione di contributi finanziari ad iniziative culturali di alto livello inerenti il campo della scultura contemporanea;
d) l'istituzione di un premio per i giovani artisti che intendano perfezionare ed estendere gli aspetti sperimentali di un nuovo lavoro sul linguaggio espressivo, in particolare nella scultura;
e) la informazione o l'intrattenimento di rapporti con importanti musei ed enti, anche internazionali, per la diffusione dell'opera ed il xperseguimento delle finalità della fondazione, pure con eventuale cessione - anche in prestito od, ancora, in donazione di opere.

Mesi fa la Fondazione annunciava che per problemi economici si sarebbe dovuto chiudere la sede di Milano, nota in tutto il mondo, e Boeri sentenziava "La fondazione è privata, non spetta al Comune aiutarla".
No, i volontari che animano le fondazioni orientate al sociale, e senza scopo di lucro, per il Comune di Milano hanno probabilmente dei difetti. Non occupano strade e palazzi e forse forse non votano tutti arancione, e non si fanno chiamare "Comitati".



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15 maggio 2012

Milano, tutti a piedi e in processione a Torre Galfa

Milano, tutti a piedi  in processione a Torre Galfa

Pisapia e Boeri al contrattacco mediatico. Per la loro domenica a spasso, istituita sulla testa dei milanesi con ordinanza di divieto totale a usare gli automezzi, si inventano anche la visita guidata a Torre Galfa.
Tutti a piedi, e possibilmente in processione a venerare il palazzo occupato.
Riconosciamogli la genialata: l'iniziativa è culturale, perché mai gli sponsor Touring Club e Ordine Architetti dovrebbero
quindi chiedersi se agli associati tutti piace l'idea della bella impresa, spuntata casualmentente proprio oggi, in chiara salsa partigiana?
Intanto, come diceva Snoopy, " l'intreccio si infittisce... ", e l'illegalità nella Torre passa in secondo piano, munita di decreto educativo.
C'è da riconoscere che domenica non è però fatto obbligo di vestire uniformi arancioni col basco e la stellina, per ora.

vai al documento ufficiale

Update ore 10
a poche ore dalla diffusione della notizia, alle 7 di questa mattina, le forze dell'ordine hanno iniziato lo sgombero della Torre Galfa, ed è iniziata la protesta degli intellettuali. Dario Fo si è subito portato sul luogo. Mancano 12 giorni alla visita guidata, che ha tutta l'aria di una carta giocata all'ultimo momento per coinvolgere altri soggetti prima che potesse venire al dunque uno scontro tra gli occupanti che volevano appoggio, ed il Comune, che da dieci giorni cercava di mantenersi neutrale spostando il problema sulla proprietà. La precipitosa inclusione della Torre Galfa tra i monumenti significativi della città ha tutta l'aria di un giochino scattato per giustificarne un passaggio in nuove mani, legalizzato da un cappello culturale. La proprietà potrebbe gradire di vedersi tolta di mano la sua mezza patata bollente, i milanesi si troverebbero, volere o volare, ad acquistarla per regalarla a certa cultura, che sfonda le porte piuttosto che rogitare, e i conti sarebbero riquadrati. Stiamo a vedere, è solo un'ipotesi.




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14 maggio 2012

Sberleffi a Milano

Sberleffi a Milano

9 Euro è il costo del biglietto per la mostra personale di Dario Fo, costata circa 600.000 Euro, di cui 400 circa sostenuti da sponsor, e il resto dal Comune di Milano.
Intanto, in questi giorni, Dario Fo si è recato in uno stabile privato (Torre Galfa), occupato abusivamente con la forza, a congratularsi con gli occupanti, perché la cultura è un bene comune e deve essere gratuito.



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12 maggio 2012

Firma Qui NO Area C
Area C è la pomposa (e costosa) "rinomina", su segnaletica e su tutti i media milanesi, della vecchia area Ecopass, che vede però aumentare l'imposta per accedere al centro, ora per giunta estesa anche agli autoveicoli di classe meno inquinante. Una sorta di "condono preventivo" che permette di congestionare solamente ai più abbienti, a colpi di 5 Euro al giorno.
Anche gli stessi residenti del centro, per poter andare e venire da casa propria, devono assoggettarsi a pagare, in misura seppur ridotta rispetto ai non residenti.
Area C, accompagnata dall'aumento del 50% del biglietto di tutti i mezzi pubblici, è, oltre a un'evidente vessazione, un formidabile disincentivo ad avvicinarsi al centro, con prevedibili conseguenze negative per l'economia e la vivibilità di tutta Milano, inducendo il traffico a muoversi e a parcheggiare tutt'attorno sulla cerchia esterna dei bastioni.

Questo è il calendario degli ultimi appuntamenti per la raccolta firme pro referendum abrogativo.

Firma Qui NO Area C



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