La conclusione del relatore non ammetteva repliche.
Sarebbe stata la scoperta più rilevante dell'ultimo secolo, se non la maggiore in assoluto dell'intera storia del pianeta.
L'eterna questione sulla trasmissione di grandi quantità di informazioni attraverso cavi ed etere, che nel giro di pochi secoli aveva portato la civiltà dalle promesse della rete globale allo spettro dell'ingolfamento totale con la certezza della distruzione dei suoi stessi fondamenti, avrebbe finalmente trovato la soluzione definitiva.
Anche i giornalisti più accreditati, notoriamente portati a inventarsi le maggiori castronerie quando il pezzo da pubblicare avrebbe dovuto possedere contenuti scientifico-divugativi, avevano compreso a fondo il funzionamento del protitopo sperimentato dal vivo durante la conferenza stampa.
Le parole del relatore erano state chiare, e la semplificazione della descrizione del funzionamento dell'oggetto lo aveva reso familiare quasi quanto i piccoli registratori portatili coi quali avevano memorizzato la conferenza.
"Siamo riusciti a variare, seppure in modestissima misura, il campo gravitazionale. E possiamo farlo e rifarlo quando e come vogliamo. Questa è la chiave del nostro esperimento. Supponiamo di avere, dall'altro capo del mondo, un misuratore di campo gravitazionale, e chiamiamolo ricevitore. Bene, è come se il variatore di campo "parlasse" col ricevitore. Con uno solo, o con un miliardo di ricevitori, sarebbe lo stesso. E non avremmo mai maggiormente ingolfato il traffico. Perché? Perché per minima che sia, la variazione di campo sarà pur sempre misurabile, ed una volta che il "protocollo" di comunicazione sarà messo a punto, questa misurazione porterà alla decodifica dei dati da trasmettere".
I giornalisti avevano aggrottato un attimo le ciglia, perchè qui cominciavano a non capire più, ma anche se non avevano osato rivolgere domande il relatore si era affrettato a fornire un esempio.
"Supponiamo che la variazione di campo che introduciamo sia pari a un numero di questo genere, con una quarantina di decimali.
0.4365897398513450865439765400056784356543
Supponiamo che ogni singolo carattere numerico abbia un significato, esattamente così come ce l'hanno i numeri del codice binario 1 e 0.
Noi però, innanzitutto, di segni consecutivi non ne avremo solo due, ma dieci, da 1 a 9 più lo zero. E in aggiunta non avremo limite alla precisione, chiamiamola "piccolezza" del numero in sé.
Sappiamo infatti che ogni numero, per piccolo che sia, avrà sempre un numero che lo segue con maggior precisione, e qindi più lungo a scriversi, dopo la virgola. Questo significa dire che potremo "accodare" al nostro trasmettitore, tanti trasmettitori quanti vorremo, che accoderanno altri numeri a quello principale introducendo varianti di campo gravitazionale sempre più piccole.
La modificazione del campo di gravità che è rappresentata da quel numero sarà comunque insignificante, perchè il numero crescerà nella corrispondente "quantità" di campo gravitazionale da spostare in modo "infinitesimale", e come dice il termine, senza limite alcuno, ma conterrà sempre più dati.
Rifacciamo l'esempio. Supponiamo di aver trasmesso questa grandezza.
0.4365897398513450865439765400056784356543
ora aggiungiamo altri dati, accodandoli alla fine
0.436589739851345086543976540005678435654345086543974508654397450865439787765543445
Abbiamo trasmesso molto di più, più del doppio in effetti, ma il numero in sé è variato di pochissimo, di una percentuale inferiore a
0.000000000000000000000000000000000000001
Possiamo quindi concludere che più attingeremo alla possibilità di un maggior invio di dati, tanto meno saremo costretti a modificare il campo gravitazionale che questi numeri rappresentano. Più produrremo, e più sarà "pulita" l'energia che andremo a compromettere.
Il sogno dei secoli che ci hanno preceduto."
I giornalisti, anche gli ambientalisti più schierati, aplaudirono travolti dall'entusiasmo.
Dall'altra parte dell'universo, in un mondo di formiche chiamato terra, squillò un telefono nella notte. "Guido? Ci risiamo, ma questa volta pare sia stato centomila volte peggio, mezza penisola non esiste praticamente più."
Sarebbe stata la scoperta più rilevante dell'ultimo secolo, se non la maggiore in assoluto dell'intera storia del pianeta.
L'eterna questione sulla trasmissione di grandi quantità di informazioni attraverso cavi ed etere, che nel giro di pochi secoli aveva portato la civiltà dalle promesse della rete globale allo spettro dell'ingolfamento totale con la certezza della distruzione dei suoi stessi fondamenti, avrebbe finalmente trovato la soluzione definitiva.
Anche i giornalisti più accreditati, notoriamente portati a inventarsi le maggiori castronerie quando il pezzo da pubblicare avrebbe dovuto possedere contenuti scientifico-divugativi, avevano compreso a fondo il funzionamento del protitopo sperimentato dal vivo durante la conferenza stampa.
Le parole del relatore erano state chiare, e la semplificazione della descrizione del funzionamento dell'oggetto lo aveva reso familiare quasi quanto i piccoli registratori portatili coi quali avevano memorizzato la conferenza.
"Siamo riusciti a variare, seppure in modestissima misura, il campo gravitazionale. E possiamo farlo e rifarlo quando e come vogliamo. Questa è la chiave del nostro esperimento. Supponiamo di avere, dall'altro capo del mondo, un misuratore di campo gravitazionale, e chiamiamolo ricevitore. Bene, è come se il variatore di campo "parlasse" col ricevitore. Con uno solo, o con un miliardo di ricevitori, sarebbe lo stesso. E non avremmo mai maggiormente ingolfato il traffico. Perché? Perché per minima che sia, la variazione di campo sarà pur sempre misurabile, ed una volta che il "protocollo" di comunicazione sarà messo a punto, questa misurazione porterà alla decodifica dei dati da trasmettere".
I giornalisti avevano aggrottato un attimo le ciglia, perchè qui cominciavano a non capire più, ma anche se non avevano osato rivolgere domande il relatore si era affrettato a fornire un esempio.
"Supponiamo che la variazione di campo che introduciamo sia pari a un numero di questo genere, con una quarantina di decimali.
0.4365897398513450865439765400056784356543
Supponiamo che ogni singolo carattere numerico abbia un significato, esattamente così come ce l'hanno i numeri del codice binario 1 e 0.
Noi però, innanzitutto, di segni consecutivi non ne avremo solo due, ma dieci, da 1 a 9 più lo zero. E in aggiunta non avremo limite alla precisione, chiamiamola "piccolezza" del numero in sé.
Sappiamo infatti che ogni numero, per piccolo che sia, avrà sempre un numero che lo segue con maggior precisione, e qindi più lungo a scriversi, dopo la virgola. Questo significa dire che potremo "accodare" al nostro trasmettitore, tanti trasmettitori quanti vorremo, che accoderanno altri numeri a quello principale introducendo varianti di campo gravitazionale sempre più piccole.
La modificazione del campo di gravità che è rappresentata da quel numero sarà comunque insignificante, perchè il numero crescerà nella corrispondente "quantità" di campo gravitazionale da spostare in modo "infinitesimale", e come dice il termine, senza limite alcuno, ma conterrà sempre più dati.
Rifacciamo l'esempio. Supponiamo di aver trasmesso questa grandezza.
0.4365897398513450865439765400056784356543
ora aggiungiamo altri dati, accodandoli alla fine
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Abbiamo trasmesso molto di più, più del doppio in effetti, ma il numero in sé è variato di pochissimo, di una percentuale inferiore a
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Possiamo quindi concludere che più attingeremo alla possibilità di un maggior invio di dati, tanto meno saremo costretti a modificare il campo gravitazionale che questi numeri rappresentano. Più produrremo, e più sarà "pulita" l'energia che andremo a compromettere.
Il sogno dei secoli che ci hanno preceduto."
I giornalisti, anche gli ambientalisti più schierati, aplaudirono travolti dall'entusiasmo.
Dall'altra parte dell'universo, in un mondo di formiche chiamato terra, squillò un telefono nella notte. "Guido? Ci risiamo, ma questa volta pare sia stato centomila volte peggio, mezza penisola non esiste praticamente più."
jo il 30/10/10 9:49 PM
il fatto è che io al momento ho abbandonato ogni progetto su SL, non vedo futuro e quindi non mi diverte più lavorarci sopra perchè non lo trovo stimolante. SL in quanto indirizzi sta seguendo una politica tutta sua, sempre più intricato da usare e sempre meno sono le macchine in circolazione adatte a soddisfare le sue richieste hardware sempre maggiori.
E decisamente l'interesse è a picco. Non che ci guadagnassi ma non mi va di dedicarmi a una cosa che muore per scelte sbagliate.
Cmq, un forum c'è, il forum italiano di Second life, e lì ci sono topic di grafica, qualche persona interessata lì così potrà contattarla senza problema.
Io intanto prrrr mi dedico alla politica e alla grafica su SketchUp di Google, il cui ambiente virtuale 3d va piano, ma arriverà lontano... molto più lineare...
ciao!