Horas
jo il 1/7/06 1:01 AM

il 1/7/06 9:16 AM

jo il 1/7/06 11:47 AM

il 1/7/06 2:09 PM

jo il 1/7/06 3:16 PM

Pincopalla23 il 1/7/06 7:19 PM

il 2/7/06 8:20 PM

jo il 2/7/06 10:16 PM

(George Harrison)
Here comes the sun, here comes the sun
And I say it's all right
Little darlin' it's been a long cold lonely winter
Little darlin' it feels like years since it's been here
Here comes the sun, here comes the sun
And I say it's all right
Little darlin' the smiles returning to their faces
Little darlin' it seems like years since it's been here
Here comes the sun, here comes the sun
And I say it's all right
Sun, sun, sun, here it comes
Sun, sun, sun, here it comes
Sun, sun, sun, here it comes
Sun, sun, sun, here it comes
Sun, sun, sun, here it comes
Little darlin' I feel the ice is slowly meltin'
Little darlin' it seems like years since it's been clear
Here come the sun, here comes the sun
And I say it's all right
Here come the sun, here comes the sun
It's all right, it's all right
Sarà meglio che mi affretti a fornire un nome di battesimo al nostro amico T.Z., in fondo cominciamo a conoscerlo meglio.
Lo abbiamo lasciato in procinto di essere ammanettato e lo ritroviamo a distanza di due giorni che si versa il quarto bicchierino (oddio microscopico) di grappa al bamboo, unica grappa cinese con un vago sentore di alcool.
Le cinesine addette ai tavoli colla faccina impassibilmente sorridente (ma tanto sono molto sveglie e sanno tutto), hanno capito l'aria che tira, e a malincuore gli hanno lasciato l'intera bottiglia di grappa sul tavolo.
Tommaso stà confabulando fitto fitto con la persona che gli siede di fronte.
Ogni tanto riempie anche a lei fino all'orlo il minuscolo bicchierino di porcellana.
Davanti a lui siede Daniela, l'avvocato che lo ha tirato fuori dai guai facendolo rimettere in libertà.
Fin'ora 4 grappe a testa + 4 sigarette. Ogni volta che la grappa è finita e si vede il piccolo budda sul fondo del bicchierino, si alzano.
Tommaso fa un cenno alla cameriera del tavolo (niente paura, non stanno scappando), ed escono a fumare sul marciapiede senza interrompere il fitto conversare.
Finita la siga rientrano al loro tavolo.
Il popolo di cinesini che gestisce il locale ora è riunito al tavolo in fondo, l'unico occupato oltre il loro.
E' tardi, è ora di chiusura, ma i cinesini sono molto cortesi e hanno molta pazienza.
Hanno pazientato per millenni, possono ben pazientare ancora qualche ora per colpa di Daniela e Tommaso.
Tommaso, grazie all'aiuto di un amico, che gli ha inviato Daniela a tirarlo fuori dai guai dopo l'arresto, si è ritrovato a confidarle il problema che da anni lo tormenta e lo tiene prigioniero.
Le parla ora delle strane circostanze di quei giorni, dei suoi ritagli di giornale, dei suoi sospetti.
Poi, poi, poi. Strana parabola, i suoi guai erano cominciati in un letto.
Mentre escono dal locale si augura che il letto a cui si avviano possa segnarne la fine.
- alloraa, mi volete spiegare cosa ..... succede
- non sappiamo dottore, il dottor Minzetti ha già chiesto l'intervento della DataStore... stanno mandando Luigi e Isabella, sono quelli che conoscono meglio il nostro database, l'hanno messo in piedi loro insieme al ragionier Berni
- ho capitoooooo, ma spiegami cosa succedeeeeeee
- la dottoressa Ranieri stà scrivendo una relaz - bastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
- cazzo passami Minzetti
- subito
[il brano musicale di 3 primi e 40 secondi lo risparmio]
- backoffice
- Allora MINZETTTTIIIIII
- dottore stiamo provvedendo, pare che sia il server, no forse ieri hanno inserito ... Luisa è in ferie.... e Anna non è molto pratica, fino a ieri era alla reception, beh insomma qualcuno ha duplicato le schede che usiamo per inserire
- Ma come duplicatooooooooooooooooo, ma siete deficenti?
- No dottore, comunque i disaggregati non tornano più...
- Cosa CAZZO VUOLE DIRE I DISAGGREGATI NON TORNANO PIUUUUUUUUUUUU??????
- dottore in certe aree i nostri clienti sono come... come...
- DICAAAAAAA COME COSA, Minzetti guardi la smetta subito o la sbatto alle relazioni col pubblico insieme a Cesira dico seriamente
- Sono QUASI RADDOPPIATI DOTTORE !!!! in una notte, e non sappiamo perchè, nessuno ha inserito nuovi dati durante la notte, ma questa mattina ... i conti non tornano più
[venerdì 9 giugno, ore 9:37 - interni 5601 - 5608 - 5623 della compagnia d'intermediazione mobiliare CIMINVEST di Bologna]
Uffa, a quell'ora il panettiere con il pavimento in piastrelloni di ceramica, rossi dalla vergogna di fingersi un vero-antico-cotto-della-nonna, era pieno di gente.
Tutti affollati davanti al banco in stile vero-Mulino-Bianco-tutto-pino-al-naturale, e attenti a non farsi soffiare il posto dal vicino.
Quando era in coda a far la spesa gli uomini gli facevano un po' pena.
Non aveva mai capito come mai il più incallito automobilista-da-sorpasso-con-propensioni-killer, una volta dentro un negozio di alimentari diventasse un agnello, disposto a farsi fregare il posto da una qualsiasi furba vecchietta.
Forse per l'effetto del tristemente noto mammismo italico, o per una sorta di malintesa galanteria, fatto è che un uomo che fa la spesa gioca molto male, e non riesce neanche a farfugliare la minima protesta quando le commesse, che non lo cagano nemmeno di striscio a meno che non assomigli a Brad Pitt, lo retrocedono via via in eterno per dar posto alle clienti abituali.
Panino all'olio, pizzetta con zucchine, grissini rustici, pagnottelle ai semi di sesamo, in ogni caso il suo turno non veniva mai.
Usava fare la spesa a quell'ora, sul filo della chiusura, perchè era l'unico modo per uscirne presto, senza passare tutto il pomeriggio tra le chiacchiere delle regine del focolare.
Finalmente, sgranocchiando un sasso unto d'olio che forse, fino a qualche ora prima, era stato una focaccia quasi decente, riuscì a pagare, facendosi poi strada tra le carrozzine dei pargoli frignanti parcheggiate vicino alla porta.
Tra le mani, oltre la pretesa di focaccia, il sacchetto con la pizza e la Coca grande, rispettivamente destinate a raggiungere al più presto il microonde e lo scomparto ghiaccio del frigorifero di casa sua, visto l'imminenza dell'ora di cena.
Due pacchetti di PallMall blu e la spesa era completa.
Per fortuna il tabaccaio lo conosceva bene, e d'intesa, senza parole, gli serviva le solite siga, trascurando per un attimo il branco di maschi pavoneggianti che, con l'aperitivo in mano, attorniavano l'unica donna rimasta al bar a tirar tardi fino a quell'ora.
Ok, finalmente, al quarto giro dell'isolato, riuscì a trovare un buco per l'utilitaria, ci si infilò e armò la sbarra che bloccava lo sterzo.
Marcello in quel momento aveva lo sguardo abbassato sul lucchetto, e non potè vedere la potente moto nera, identicata a quella del motociclista che, per un attimo, aveva poco prima attraversato la sua vita.
Tutte le sere la stessa storia. Pur abitando in un quartiere non molto affollato, tornando a casa a quell'ora era difficile trovar parcheggio.
Ma tant'è, anche se parecchie volte aveva pensato di trasferirsi fuori dalla città, al momento in cui ne aveva avuto effettivamente l'occasione aveva preferito rimanerci.
Milano era troppo importante per lui, e vivere in quel quartiere, verde e un po' appartato, cominciava a piacergli davvero.
Entro' nel monolocale, mise a posto la spesa cercando di non scambiare il frigor col fornetto, accese la tv, e, stando in piedi, mosse il mouse del computer.
Lo schermo nero in standby si illumino' di colpo... un paio di messaggi arancioni minimizzati sulla barra e un altro aperto in alto.
Ciao non ci sei mai
fatti vivo se torni Ci sei?
Minimizzò sulla barra anche il messaggio grande e apri il foglio di excell che usava come rubrica... cerca... trovato... Carola!
Ma pensa un pò, l'ultima volta che si erano sentiti non era stato esattamente per scambiarsi gentilezze.
Bah, ora era stanco, magari più tardi avrebbe provato a chiamarla.
Accese il secondo computer per leggersi da Outlook le Email "serie" della giornata, quelle intestate a "nomecognome@hotmail.com".
Possono ridere gli occhi? Possono terrorizzare?
Credo di no, credo si tratti di luoghi comuni, perchè le uniche cose che possono fare gli occhi, isolati da un viso e dalla sua mimica facciale, sono il fissare o il distogliere lo sguardo.
Per di più, sotto quella pioggia, nessun occhio avrebbe neppur potuto far mostra di lacrimare; e comunque lacrimare è ben diverso dal piangere, e il pianto non viene dagli occhi.
In quel momento non aveva dunque modo di capire se le intenzioni dello sconosciuto fossero davvero tali da richiedere delle contromisure.
Ricapitolò velocemente i termini del possibile pasticcio in cui si era ficcato.
a) In un impeto di curiosità aveva raggiunto uno sconosciuto armato in un posto isolato, contro ogni forma di buon senso.
b) Le occasioni di disimpegno erano in numero pari a zero. L'automobile era lontana, e in ogni caso il tentare di raggiungerla avrebbe comportato dare la spalle a un soggetto armato di cui non conosceva le intenzioni.
c) Disarmarlo e allontanarsi? Ma come? La situazione imprevedibile negli sviluppi, il pugnale a mala pena esibito, erano uno splendido esempio di come la teoria possa rivelarsi impossibile da applicarsi nella pratica.
d) Colpire per primo può essere la mossa risolvente, se giocata sulla sorpresa, ma, con tutta la buona volontà, non riusciva a convincersi della necessità di farlo: quindi, in definitiva, in questo modo avrebbe condotto contro l'uomo un attacco poco determinato e di conseguenza controproducente.
Gli orientali insegnano che un uomo deve saper prendere una decisione nello spazio di 7 respiri.
Lui al quinto seppe cosa avrebbe fatto. Lo avrebbe fatto parlare, ma senza provocarlo. Ne avrebbe così studiato le mosse prima di una decisione definitiva.
Anche se sotto quell'acquazzone sarebbe parso ridicolo, arretrò di un passo, cercò l'accendino nel taschino dei jeans, pescò dalla tasca della camicia il pacchetto di sigarette, lo aprì, ci mise dentro l'accendino, e stese il braccio offrendo il tutto allo sconosciuto.
Dicono che l'uomo apra e chiuda le palpebre almeno una decina di volte per ogni minuto del suo esistere, un riflesso nervoso che ha lo scopo di mantenere umida e ossigenata la cornea dell'occhio. Non ci accorgiamo della nostra perpetua semicecità perchè la natura non ci lascia al buio, ma pietosamente ci mostra l'ultima immagine già vista, evitandoci il vivere in un perpetuo effetto di allucinata moviola d'altri tempi.
Un magnifico esempio di come l'autoinganno sia in noi radicato fin dalle ancestrali profondità del nostro DNA. La propensione per l'inganno del tipo più crudele, ipocrita e pericoloso: quello che con le nostre mani procuriamo verso noi stessi, nella sciagurata speranza di farci meno male di quel che ci toccherebbe.
Ma evidentemente lo sconosciuto sapeva muoversi bene negli infinitesimali spazi temporali di questa cieca incoscienza, perchè, col braccio teso e sigarette annesse, l'uomo capì di aver assunto un'aria estremamente ridicola, ora che davanti a lui non c'era più nessuno.
(continua)
(le precedenti e le prossime puntate sono apparse e appariranno su questo blog, e sul blog di Pincopalla)