parte XIII
La sola persona che conosca esattamente il vero lavoro di T.Z. è il "contatto" che anni fa lo aveva assoldato. Chiameremo solo così T.Z., su certe cose è meglio non scherzare.
T.Z. vive in una grande città del nord dell'Italia, oppure, se preferite, in una importante città del sud dell'Europa. E lavora per una potenza straniera.
Non dirò quale potenza sia. In primo luogo, perchè non lo so esattamente neanche io, e secondariamente, perchè, ripeto, su certe cose non si scherza. T.Z. fa l'agente segreto, lavora cioé per un servizio di Intelligence.
"Ma come", diranno i nostri quattro lettori, "Ci mancava proprio l'agente segreto alla Fleming in questo polpettone a 4 mani?".
No, rispondo io, e per due buoni motivi.
Il primo perchè T.Z. non fa esattamente ciò che tutti immaginano debba fare uno 007, il secondo perchè fu il primo a capire che qualcosa di anomalo stava accadendo.
T.Z. non se ne va in giro fulminando belle donne con lo sguardo e uomini cattivi col cannone, lui fa l'agente segreto per davvero.
Ha un lavoro "di copertura", lo stesso lavoro che cercava di fare prima, quando come noi era libero di condurre la sua esistenza tra carabattole ed emozioni.
Ma ora il suo vero lavoro è un'altro. Conduce ancora la sua vita tra quattro carabattole, ma in testa non ha più spazio per le emozioni.
In testa ha un solo pensiero, non è più libero.
Lui sa che ha sbagliato, e che gli è costato caro. Ha sbagliato molto e di grosso.
Una sera, dopo la replica nel teatrino in cui ancora oggi lavora, aveva mal pensato di cedere alle lusinghe di una signora del suo pubblico. L'avventura però non era finita, come aveva creduto, nel corso della notte.
In quelle ore la sua avventura aveva invece avuto inizio.
Non voglio dilungarmi sui particolari piccanti, che hanno però poco a vedere con la nostra storia. Vi dirò solo che la mattina dopo qualcuno gli telefonò, e lui sollevò il ricevitore certo che a cercarlo fosse l'amica della sera prima.
Era solo un pochino preoccupato per gli strascichi del suo gesto notturno. Conseguenze che in fondo temeva, e che era quindi preparato ad affrontare.
Invece gli era toccato di restare di sasso sentendo una voce maschile dal tono affatto diverso da quello che si sarebbe aspettato.
In breve, il suo futuro "contatto", col quale avrebbe avuto da allora in poi solo incontri telefonici, gli illustrò il fatto che la signora della notte precedente non era una comune sciacquetta.
Era la moglie, adorata, di un signore molto importante, e molto permaloso.
Pertanto, per il suo bene e per amor di segretezza della quale sarebbe stato per lui opportuno essergli grato, avrebbe dovuto ricambiare il favore che gli veniva promesso: l'assoluto silenzio su quella sua sciagurata avventura.
T.Z., che non aveva nessuna propensione al suicidio, ricambiò la cortesia nel modo in cui volle il suo "contatto". Poi fece un secondo favore, ne accordò anche un terzo, poi un quarto, un quinto.. e altri, fino a non ricordare più quanti.
Da qualche anno i favori che gli venivano proposti erano facilissimi da svolgere, evidentemente le emergenze rischiose erano finite. Oppure, in alto, lo avevano reputato adatto a un lavoro più elementare, che lui diligentemente svolgeva occupando parte delle ore libere della sua giornata.
Il suo compito consisteva nel procurarsi, durante il mattino, tutti i quotidiani nazionali freschi di stampa, e armato di forbici, preparare poi una sorta di rassegna stampa.
Per chi non lo sapesse questa è la faccia meno eroica ed erotica degli zerozerosette di oggigiorno. La realtà supera si l'immaginazione, ma come al solito, non nel senso che vorremmo.
T.Z. dunque conduceva la sua quotidiana battaglia armato unicamente di forbici, di un cilindretto di colla, e di una vechia fotocopiatrice su cui riversava tutto quanto.
Doveva aver cura di scegliere tutte le notizie di cronaca che in qualche modo gli parevano strane e particolari, facendone più pagine divise per argomento.
Alle due e un quarto di quel caldo pomeriggio di inizio giugno aveva finito il suo lavoro quotidiano.
E le stranezze quel gorno non erano mancate. Persone scomparse e riapparse improvvisamente in parti diverse della penisola.
Avvistamenti della medesima persona in luoghi ben distanti tra loro.
Come se l'Italia avesse scoperto ed apprezzato d'incanto il dono dell'ubiquita'.
Anche gli acquisti parevano vivere un boom repentino quanto inatteso. Venditori di automobili, di casette in riviera, di buoni del tesoro. Qualsiasi cosa andava bene, e qualsiasi cosa costosa, da un giorno all'altro, aveva trovato una schiera di nuovi affezionati clienti.
T.Z. ebbe solo qualche minuto per grattarsi la testa sulle stranezze che sotto le sue forbici si componevano in un unico quadro, perchè, nel bel mezzo delle sue operazioni di incollaggio, venne arrestato.
Non dirò quale potenza sia. In primo luogo, perchè non lo so esattamente neanche io, e secondariamente, perchè, ripeto, su certe cose non si scherza. T.Z. fa l'agente segreto, lavora cioé per un servizio di Intelligence.
"Ma come", diranno i nostri quattro lettori, "Ci mancava proprio l'agente segreto alla Fleming in questo polpettone a 4 mani?".
No, rispondo io, e per due buoni motivi.
Il primo perchè T.Z. non fa esattamente ciò che tutti immaginano debba fare uno 007, il secondo perchè fu il primo a capire che qualcosa di anomalo stava accadendo.
T.Z. non se ne va in giro fulminando belle donne con lo sguardo e uomini cattivi col cannone, lui fa l'agente segreto per davvero.
Ha un lavoro "di copertura", lo stesso lavoro che cercava di fare prima, quando come noi era libero di condurre la sua esistenza tra carabattole ed emozioni.
Ma ora il suo vero lavoro è un'altro. Conduce ancora la sua vita tra quattro carabattole, ma in testa non ha più spazio per le emozioni.
In testa ha un solo pensiero, non è più libero.
Lui sa che ha sbagliato, e che gli è costato caro. Ha sbagliato molto e di grosso.
Una sera, dopo la replica nel teatrino in cui ancora oggi lavora, aveva mal pensato di cedere alle lusinghe di una signora del suo pubblico. L'avventura però non era finita, come aveva creduto, nel corso della notte.
In quelle ore la sua avventura aveva invece avuto inizio.
Non voglio dilungarmi sui particolari piccanti, che hanno però poco a vedere con la nostra storia. Vi dirò solo che la mattina dopo qualcuno gli telefonò, e lui sollevò il ricevitore certo che a cercarlo fosse l'amica della sera prima.
Era solo un pochino preoccupato per gli strascichi del suo gesto notturno. Conseguenze che in fondo temeva, e che era quindi preparato ad affrontare.
Invece gli era toccato di restare di sasso sentendo una voce maschile dal tono affatto diverso da quello che si sarebbe aspettato.
In breve, il suo futuro "contatto", col quale avrebbe avuto da allora in poi solo incontri telefonici, gli illustrò il fatto che la signora della notte precedente non era una comune sciacquetta.
Era la moglie, adorata, di un signore molto importante, e molto permaloso.
Pertanto, per il suo bene e per amor di segretezza della quale sarebbe stato per lui opportuno essergli grato, avrebbe dovuto ricambiare il favore che gli veniva promesso: l'assoluto silenzio su quella sua sciagurata avventura.
T.Z., che non aveva nessuna propensione al suicidio, ricambiò la cortesia nel modo in cui volle il suo "contatto". Poi fece un secondo favore, ne accordò anche un terzo, poi un quarto, un quinto.. e altri, fino a non ricordare più quanti.
Da qualche anno i favori che gli venivano proposti erano facilissimi da svolgere, evidentemente le emergenze rischiose erano finite. Oppure, in alto, lo avevano reputato adatto a un lavoro più elementare, che lui diligentemente svolgeva occupando parte delle ore libere della sua giornata.
Il suo compito consisteva nel procurarsi, durante il mattino, tutti i quotidiani nazionali freschi di stampa, e armato di forbici, preparare poi una sorta di rassegna stampa.
Per chi non lo sapesse questa è la faccia meno eroica ed erotica degli zerozerosette di oggigiorno. La realtà supera si l'immaginazione, ma come al solito, non nel senso che vorremmo.
T.Z. dunque conduceva la sua quotidiana battaglia armato unicamente di forbici, di un cilindretto di colla, e di una vechia fotocopiatrice su cui riversava tutto quanto.
Doveva aver cura di scegliere tutte le notizie di cronaca che in qualche modo gli parevano strane e particolari, facendone più pagine divise per argomento.
Alle due e un quarto di quel caldo pomeriggio di inizio giugno aveva finito il suo lavoro quotidiano.
E le stranezze quel gorno non erano mancate. Persone scomparse e riapparse improvvisamente in parti diverse della penisola.
Avvistamenti della medesima persona in luoghi ben distanti tra loro.
Come se l'Italia avesse scoperto ed apprezzato d'incanto il dono dell'ubiquita'.
Anche gli acquisti parevano vivere un boom repentino quanto inatteso. Venditori di automobili, di casette in riviera, di buoni del tesoro. Qualsiasi cosa andava bene, e qualsiasi cosa costosa, da un giorno all'altro, aveva trovato una schiera di nuovi affezionati clienti.
T.Z. ebbe solo qualche minuto per grattarsi la testa sulle stranezze che sotto le sue forbici si componevano in un unico quadro, perchè, nel bel mezzo delle sue operazioni di incollaggio, venne arrestato.
(continua)
(le precedenti e le prossime puntate sono apparse e appariranno su questo blog, e sul blog di Pincopalla
...immaginatelo dietro all'angolo di un cornicione che fotografa moto e macchine dei carabinieri...nascondendosi come un ladro :-))) e lo fa solo per i suoi lettori...che poi sono 4 in tutto compreso me che sono pure coautore ...e poi ditemi...ma a volte la realtà, non supera di gran lunga la più fervida immaginazione ???
Ciauzzzzzzzzzzzzzzzzzz
arance grazie :D
invece per yash : mi procuri una vita spericolata di vasco?
grassie