Ci son donne lapidate e torturate in tutto il mondo, cristiani bruciati vivi ogni giorno, ma chiaramente la solita comunità politica, canzonettara e femminista si mobilita solo in casi pilotati come questi.
Se questre tre Pussy (letterale in gergo "vagina") in cerca di visibilità, invece che far vilipendio di religione in una cattedrale di Mosca avessero osato far lo stesso in una moschea a caso, è certo che le iniziative intellettuali si sarebbero dovuto attivare per raccoglierne almeno i corpi fatti a pezzi.
Ma è così, uno non è mai sufficientemente imbecille e/o in mala fede, a certe notorietà nei clan intellettuali da solo non ci arriva, i subnormali li deve sempre prima chiamare a raccolta.
Anche la "cultura" milanese di una certa parte politica si è mobilitata.
Il 17 agosto 2012, alle ore 17, in via Dante, anche Cristina Tajani ha partecipato, in rappresentanza dell'Amministrazione comunale quale Sindaco d'agosto, al presidio promosso dall'associazione Annaviva a sostegno delle 'Pussy Riot'
Per completezza di informazione posto questa "performance artistica" della leader del gruppo Pussy Riot, tanto per contribuire a inquadrare meglio la questione con altri elementi di giudizio. La visione è sconsigliata ai minori.
Questa "performance artistica" e "politica" si svolse il 29 febbraio 2008, per parte del Voina, "gruppo politico-cultural-artistico" a cui la leader delle Pussy Riot appartiene, durante la campagna per le elezioni presidenziali in Russia, occupando locali del Biological Museum a Mosca. Come in altre simili occasioni le forze di polizia decisero di non intervenire, probabilmente per non dar maggior visibilità alla provocazione. Cosa diversa fu la successiva azione nella cattedrale di Mosca, in quanto la violenta apparizione delle Pussy Riot causò la forzata interruzione della funzione religiosa in corso. Oltre al vilipendio ed all'offesa ai sentimenti dei Cristiani presenti, l'azione si concretizzò quindi in un vero e proprio abuso sulle persone, cosa che portò le Pussy Riot in tribunale.