Dio ci salvi dalla Regina!
Se non da tutte dalla regina del film "The Queen".
Tanti libri che nessuno legge, allineati come medicinali negli scaffali delle farmacie e delle coop.
Libri a palazzo reale come in casa di Blair (strana casa per un premier, mi ricordava la casa coniugale di Fantozzi, con giustappunto la differenza dei troppi libri e di un tremendo disordine alla Woody Allen).
Nel film invece si guarda solo la tv. Anche dal letto, la mattina presto, per i primi notiziari. Come dire, se mi dovete rovinare la giornata, fatelo subito.
Personalmente evito questo tipo di risveglio mediatico perchè mi dà l'angoscia immaginare i conduttori alle prese con il rasoio o con il fard, o con entrambi, mentre al di fuori delle tapparelle è ancora notte.
E, oltre la tv, nel film si guardano le copertine dei quotidiani. I titoli misurano il calare della popolarità della Regina, giorno per giorno sempre più raggomitolata nei sui golfettini di lana fuori moda, che da soli non riescono a scaldarle il cuore, risvegliando un po' di umano dolore per la morte della principessa nuora.
A convincerla a mostrar commozione ci prova Blair, giovanottone che pare appena uscito dall'università, sempre alle prese coll'onnipresente moglie consigliera, dal rossetto, parlare e movenze che ricordano disperatamente Zira, la dottoressa scimpanzé del primo Pianeta delle scimmie. Citazione colta? Forse, visto che anche il principe Carlo veste il costume del quadrumane, e ogni tanto è indeciso se assomigliare invece al più rude dei Leghisti di Bergamo alta.
Riuscirà Blair a convincere la Regina a comparire in pubblico, salvandola dal totale ostracismo che cresce nel popolo ogni giorno di più? Non posso rivelarlo, magari qualcuno vuole azzardarsi a vedere il film e non posso rovinargli il finale. Diremo solo (azz la regina col suo "Noi" mi ha contagliato), diremo solo che il tratteggio migliore è il suo. E' Blair l'unico che riesce a "leggere" la vicenda nei suoi significati più profondamenti storici. Lui comprende sia la ragion di stato, sia gli umori dei protagonisti, sia la loro storia segreta ed è tra tutti il "Gran Mediatore".
Questo, a dispetto delle mie convinzioni politiche, mi rende moooolto sospetto il film.
Quasi che il regista, così come nella trama Blair vuol salvare la regina, volesse riscattare con la sua storia l'immagine dello stesso Primo ministro.
Un tentativo mediatico a scatole cinesi? Mah. Lasciamo stare teorie complottiste che non mi appartengono. Personalmente il personaggio che più mi è piaciuto, e qui l'allegoria è invece a mio parere bella evidente, è il grande cervo dei Giardini del Re.
Nobile, altezzoso, ed infine vittima di un cacciatore dilettante, e non più di un impiccando bracconiere, come nella famosa canzone. I Reali rampolli non riescono a cuccarlo perchè sono troppo imbranati col fucile, e lo sventurato cervo finisce la sua carriera per mano di un cacciatore della domenica. Cacciatore da weekend di lusso a pagamento, che lo colpisce per miracolo, senza stile, senza riuscire a finirlo con un colpo solo.
Un -Banchiere-, come con disprezzo lo chiama la regina, che questa volta ha proprio ragione.
Questa è la fine, la fine dell'ultima monarchia.
grazie Eddy buona settimana anche a te
buon inizio settimana :D