Renato Curcio è attualmente impegnato intellettuale alla guida della casa editrice "sensibili alle foglie".
Ma che genere di foglie?
Chiedo scusa al blog non porgiamo l'altra guancia di TocqueVille, ma copio il Suo post di oggi (non credo me ne voglia) assolutamente sintetico e rappresentativo.
Curcio parla a Lecce, LORO NON PARLERANNO PIU'.
Renato Curcio, fondatore delle Brigate Rosse, è in questi giorni in gita di piacere in Puglia per promuovere il proprio libro "Il Carcere Speciale", invitato da Piero Fumarola, docente salentino di Sociologia, noto per gli studi sulle connessioni tra Hip Hop, Rap e Tarantismo (!!!);ha parlato all' Università di Lecce, dove sono avvenuti tafferugli ed ad alcuni ragazzi di azione Giovani è stato strappato un Tricolore da parte dei sempiterni imbecilli rossi. Parlerà fino a Venerdì in tutta la Puglia.
Loro, uccisi nel rapimento Moro, non parleranno più:
Raffaele Iozzino,si arruola in pubblica Sicurezza nel 1971, frequenta la scuola di Alessandria ed è successivamente aggregato al Viminale e quindi comandato permanentemente al servizio di scorta dell'On. Moro. Muore a 24 anni.
Domenico Ricci, da 20 anni l’autista di fiducia dell’on. Moro. Muore a 42 anni e lascia la moglie e due bambini.
Oreste Leonardi,torinese, istruttore alla Scuola Sabotatori del Centro militare di paracadutismo di Viterbo, è da quindici anni la guardia del corpo di Moro. Muore a 52 anni lasciando la moglie, Ileana Lattanzi, e i due figli, Sandro e Cinzia.
Giulio Rivera,si arruola nella Pubblica Sicurezza nel 1974. Muore a 24 anni crivellato da 8 proiettili durante l’agguato per il rapimento Moro.
Francesco Zizzi,entrato nella Pubblica Sicurezza nel 1972, quattro anni dopo vince il concorso per la scuola allievi sottufficiali di Nettuno. Vive presso la caserma Cimarra di Via Panisperna. Conseguiti i gradi di sottufficiale progetta le nozze con la fidanzata Valeria. E’ nominato al servizio di scorta dell’ onorevole Moro come capo equipaggio. Muore a 30 anni.
Il 18 marzo 1978, dopo i funerali degli uomini della scorta, le B.R. telefonano al quotidiano “Il Messaggero” e indicano una cabina telefonica in cui viene rinvenuto il “Comunicato n.1” con la foto di Aldo Moro e sullo sfondo la Stella a 5 punte delle Brigate Rosse. Nel comunicato si legge: "La sua scorta armata, composta da cinque agenti dei famigerati Corpi Speciali, è stata completamente annientata." A Torino, durante il processo a Renato Curcio e ai capi storici della B.R., viene ulteriormente rivendicata la responsabilità politica del rapimento.
Renato Curcio, fondatore delle Brigate Rosse, è in questi giorni in gita di piacere in Puglia per promuovere il proprio libro "Il Carcere Speciale", invitato da Piero Fumarola, docente salentino di Sociologia, noto per gli studi sulle connessioni tra Hip Hop, Rap e Tarantismo (!!!);ha parlato all' Università di Lecce, dove sono avvenuti tafferugli ed ad alcuni ragazzi di azione Giovani è stato strappato un Tricolore da parte dei sempiterni imbecilli rossi. Parlerà fino a Venerdì in tutta la Puglia.
Loro, uccisi nel rapimento Moro, non parleranno più:
Raffaele Iozzino,si arruola in pubblica Sicurezza nel 1971, frequenta la scuola di Alessandria ed è successivamente aggregato al Viminale e quindi comandato permanentemente al servizio di scorta dell'On. Moro. Muore a 24 anni.
Domenico Ricci, da 20 anni l’autista di fiducia dell’on. Moro. Muore a 42 anni e lascia la moglie e due bambini.
Oreste Leonardi,torinese, istruttore alla Scuola Sabotatori del Centro militare di paracadutismo di Viterbo, è da quindici anni la guardia del corpo di Moro. Muore a 52 anni lasciando la moglie, Ileana Lattanzi, e i due figli, Sandro e Cinzia.
Giulio Rivera,si arruola nella Pubblica Sicurezza nel 1974. Muore a 24 anni crivellato da 8 proiettili durante l’agguato per il rapimento Moro.
Francesco Zizzi,entrato nella Pubblica Sicurezza nel 1972, quattro anni dopo vince il concorso per la scuola allievi sottufficiali di Nettuno. Vive presso la caserma Cimarra di Via Panisperna. Conseguiti i gradi di sottufficiale progetta le nozze con la fidanzata Valeria. E’ nominato al servizio di scorta dell’ onorevole Moro come capo equipaggio. Muore a 30 anni.
Il 18 marzo 1978, dopo i funerali degli uomini della scorta, le B.R. telefonano al quotidiano “Il Messaggero” e indicano una cabina telefonica in cui viene rinvenuto il “Comunicato n.1” con la foto di Aldo Moro e sullo sfondo la Stella a 5 punte delle Brigate Rosse. Nel comunicato si legge: "La sua scorta armata, composta da cinque agenti dei famigerati Corpi Speciali, è stata completamente annientata." A Torino, durante il processo a Renato Curcio e ai capi storici della B.R., viene ulteriormente rivendicata la responsabilità politica del rapimento.
Commenti : 2
- Anonimo ha scritto il 12/1/07 5:33 PM
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Ho visto un bel film riguardante il caso moro, "Buongiorno Notte", sto cercando di scaricarlo col mulo. Nel film si vedono spezzoni presi da archivi rai dell'epoca. La cosa che mi ha lasciato x 2 ore incollato alla tv con gli occhi spalancati sono stati proprio quegli spezzoni durante i quali la mia mente volava a quel fatidico giorno, quando, io, un bambino di 8 anni, quel pomeriggio, mentre mia mamma era in cucina che preparava una delle sue ciambelle (lo ricordo come fosse ieri), la televisione annuncio' il ritrovamento del cadavere di moro. TG2, stessa sigla, quelle immagini scorrono da sempre nella mia testa. Non ero piccolo abbastanza x non capire che era successo qualcosa di grosso e soprattutto che...niente sarebbe stato + come prima. Il film è l'esatta ricostruzione di quelli che sono stati 'altri tempi', vi consiglio di vederlo se non l'avete già fatto. :)
Forse l'ultimo caso in cui, per via dell'atteggiamento di "vanteria" delle BR, che se ne assunsero la responsabilità, i fatti risultarono chiari.
Da allora in poi "la rivoluzione" è sempre stata fatta lanciando sassi e nascondendo la mano, anzi mettendo il sasso ancora insanguinato in mano all'altra parte.