Pipino il Breve
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L'incoronazione
Assodata la disponibilità del papa, che proprio in quegli anni era in cerca di alleati contro la minacciosa espansione dei Longobardi verso Roma, Pipino fece rinchiudere il suo signore Childerico III, e si proclamò alla testa del regno al suo posto. La fine del regno dei merovingi fu marcata, secondo la tradizione franca dei "re capelluti", dalla rasatura che venne imposta a Childerico. Pipino diventò così il primo re dei Franchi carolingi...
Oggi in circolazione c'è un altro Pipino, che, oltre che fare il giornalista per Il Manifesto, L'Unità e Micromega, fa di nome fa Livio.
Qesto è il Pipino che scrisse:
«La Costituzione, nei confronti dei magistrati, prima ancora che l’obbedienza alla legge, comanda la disobbedienza a ciò che legge non è. Disobbedienza al Palazzo, disobbedienza ai potentati economici, disobbedienza alla stessa interpretazione degli altri giudici».
C'è solo un fatto rilevante, che questo Pipino non fa solo il giornalista, fa anche un altro lavoro, e molto comodamente, visto che la seconda occupazione gli consente di presentarsi o meno in ufficio al mattino e di prendersi ferie fino a metà settembre (ammesso che il concetto di ferie esista per una poltrona che permette di stare a casa quando si vuole senza dover rendere conto a nessuno).
Ma che cavolo di lavoro fa?
Il Magistrato.
Ma non un Magistrato qualsiasi.
Il nostro Pipino è molto dinamico, è il signore che si fece promotore del famoso appello anti-Berlusconi, rivolto a Romano Prodi, affinche’ abrogasse alcune norme approvate dal centrodestra, a dimstrazione che non è poi così strano fare e disfare le leggi.
Ed è, guarda caso, il signore che deve redigere il parere del CSM, Consiglio Superiore della Magistratura, sulla legge per il rinvio dei processi minori.
Oggi i processi i giudici non li rinviano, differiscono nel tempo le udienze.
Che differenza c'è?
Che un rinvio ha un termine, il differimento può non averlo.
Allora questo signore che scrive che "comanda la disobbedienza a ciò che legge non è", ossia la disobbedienza alla legge che non gli garba, oggi, questo signore, è nelle vesti di un arbitro interista, o milanista, se preferiamo, in un derby a San Siro.
Qesto è il Pipino che scrisse:
«La Costituzione, nei confronti dei magistrati, prima ancora che l’obbedienza alla legge, comanda la disobbedienza a ciò che legge non è. Disobbedienza al Palazzo, disobbedienza ai potentati economici, disobbedienza alla stessa interpretazione degli altri giudici».
C'è solo un fatto rilevante, che questo Pipino non fa solo il giornalista, fa anche un altro lavoro, e molto comodamente, visto che la seconda occupazione gli consente di presentarsi o meno in ufficio al mattino e di prendersi ferie fino a metà settembre (ammesso che il concetto di ferie esista per una poltrona che permette di stare a casa quando si vuole senza dover rendere conto a nessuno).
Ma che cavolo di lavoro fa?
Il Magistrato.
Ma non un Magistrato qualsiasi.
Il nostro Pipino è molto dinamico, è il signore che si fece promotore del famoso appello anti-Berlusconi, rivolto a Romano Prodi, affinche’ abrogasse alcune norme approvate dal centrodestra, a dimstrazione che non è poi così strano fare e disfare le leggi.
Ed è, guarda caso, il signore che deve redigere il parere del CSM, Consiglio Superiore della Magistratura, sulla legge per il rinvio dei processi minori.
Oggi i processi i giudici non li rinviano, differiscono nel tempo le udienze.
Che differenza c'è?
Che un rinvio ha un termine, il differimento può non averlo.
Allora questo signore che scrive che "comanda la disobbedienza a ciò che legge non è", ossia la disobbedienza alla legge che non gli garba, oggi, questo signore, è nelle vesti di un arbitro interista, o milanista, se preferiamo, in un derby a San Siro.
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