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19 luglio 2008

Fiaba

Fiaba

Cera una volta un Paese ne grande ne piccolo, ma che aveva tutto, come in tutte le fiabe che si rispettino.

Aveva le Grandi Pianure del Nord da cui, nelle belle giornate, le Cime Grandi di Neve pareva potessero essere raggiunte da un tiro di schioppo, tanto si stagliavano vicine nel cielo azzurro.

In questo fortunato paese si poteva partire dalla Regione delle Grandi Pianure camminando al suono delle cicale lungo strade bianche coi gelsi riflessi nei grandi specchi d'acqua, oppure, (addictionally, dicevano gli stranieri di passaggio), tra i viali ombreggiati di platani e querce.

Tra borghi cascine e castelli la pianura cominciava a muoversi dolcemente, il vento portava l'aroma del mare, e i grandi ombrelli dei pini marittimi prendevano il posto delle querce.

Si era arrivati nella Terra di Mezzo, con le strade curve e altalenanti tra le colline. A Oriente e a Occidente si indovinavano due mari che più azzurri non si può.

Il Mare Orientale, che conservava ancora l'odore dei traffici di droghe ed incensi, e il Mare d'Occidente sorvegliato dalle Grandi Torri, le Antiche Sentinelle con le campane pronte a suonare a distesa quando sul filo azzurro dell'orizzonte comparivano le rapaci flottiglie dei Pirati con la Mezzaluna.

Poi sotto il sole che ormai era fuoco e la terra diventava sempre più asciutta, e il mare sempre più salato, le oasi di verde si facevano rare ma sempre più fresche e ristoratrici, e colorate da fiori di mille colori.

E poi solo il mare, bianco e scintillante sotto lune incredibili e nero se nella luce abbacinante del mezzogiorno.

Questo Paese, che nei tempi antichi era stato un reame, era ora governato dalla Compagnia delle Bandiere.

La Compagnia era formata dai mercenari che, troppo vecchi per combattere ancora, avevano unito i loro Stendardi e cucendone i pezzi con l'aiuto dei Maghi e degli Elfi, avevano costruito la Grande Tenda che sul principio al Popolo piacque molto, perchè gli ricordava i tendoni dei circhi che nei tempi antichi erano stati l'unico svago.

Nella Compagnia delle Bandiere litigavano spesso tra loro, perchè, stando sempre tutti insieme sotto il tendone a riposare in attesa di finire i loro giorni, non avevano più ne il tempo ne la voglia di dedicarsi alla caccia, ai campi o ai commerci.

Non facevano insomma più tutte quelle cose che consentivano alla gente di sfamarsi e abbellire le case.

Erano molto arrabbiati per questa cosa, anche perchè, nei primi tempi, il Popolo li aveva rispettati, e spesso aveva fatto loro visita spontaneamente, portando cibi e doni.
Ma in seguito, avendone constatato l'inutilità, aveva smesso di farlo.

La Compagnia delle Bandiere sul principio cercò di persuadere il Popolo con le buone, ma poi, visto che invece ne veniva schernita e derisa, cominciò a reclutare quelli che vivevano rubacchiando e che erano un pò invisi dalla popolazione, perchè sempre pronti a dar solo suggerimenti per trarne vantaggi, li riunì, li addestrò alla predicazione e infine diede loro una nuova bandiera.

Su questa bandiera, di cui spesso cambiavano i ricami, campeggiava una nuova scritta: Compagnia degli Sgherri.

Poi, facendo grande attenzione, in ogni angolo del paese fu requisito un castello, una rocca, una badìa, e in ognuno di questi luoghi fu spedito uno Sgherro a dimorarci.

Gli Sgherri erano stati infatti addestrati ad intimorire la popolazione e, con mille pretesti e arroganze, a riscuotere i denari che in seguito la Compagnia delle Bandiere e la Compagnia degli Sgherri si sarebbero divisi.

Dovete però sapere che nella Compagnia delle Bandiere non tutti erano daccordo, e qualcuno cominciò ad avvertire che tutto questo ben di dio non poteva durare in eterno.

Prima o poi non ci sarebbe stata più provvista o cacciagione per sfamare tutti, il popolo avrebbe cominciato a patire e non avrebbe avuto più forza per accumulare cibi e ricchezza.

Bisognava trovare una soluzione.
Qualcuno, oltre alle esigenze della Compagnia degli Sgherri e a quella delle Bandiere, cominciò a considerare anche i bisogni del popolino, che non aveva più neanche il tempo per costruirsi gli attrezzi per coltivare la campagna.

Fu un successone, il popolo lo acclamò all'unanimità, e decise che d'ora in avanti avrebbe ascoltato solo lui, e non più le altre Compagnie.

La compagnia delle Bandiere però non voleva sentire ragioni.
Inferociti e affamati cominciarono tutti a litigare gli uni cogli altri, e soprattutto con i Capitani della Compagnia degli Sgherri che non riuscivano più a ingrassare ed allo stesso tempo inviare scorte vettovaglie e ricchezze nella Terra di Mezzo.

Uno degli Sgherri, uno dei più pasciuti e arroganti, ebbe anche l'ardire di fare loro un discorso molto chiaro.

Disse "Insomma, voi ormai non comandate più, se il popolo volesse sbarazzarsi di me non sapreste più neanche darmi una mano. Per quale ragione io dovrei riversarvi tanta parte di tutto quello che io riesco ad arraffare? Ormai basta a malapena per me. Non vi manderò più neanche un maialino da latte."

Poi, girata la schiena in segno di scherno, fece loro anche uno sberleffo.

Non lo avesse mai fatto. La Compagnia delle Bandiere si riunì a consiglio.
Il più saggio disse solo una cosa "colpirne uno per educarne cento", e schioccò le dita.
Il malcapitato della Compagnia degli Sgherri si era completamente scordato che la Compagnia delle Bandiere aveva nutrito e allevato un corpo di soldati scelti. Ben armati, ben pasciuti, e capaci di muoversi in un lampo senza paura di niente e di nessuno, tanta era l'autorità e gli armamenti che gli erano stati conferiti.

Essi erano stati arruolati tra i capitani più ardimentosi, violenti e arroganti di entrambe le Compagnie. Il manipolo dei Giustizieri della Legge si avventò sul malcapitato e lo trascinò nelle segrete più oscure della Terra di Mezzo.



(fine della prima parte, la seconda parte quando ci saranno novità)
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