Il caldo estivo deve aver contagiato il web, il calderone bolle...
Imperversa la polemica, che poi polemica non è.
Sembrano tutti daccordo sul fatto che, rispetto a YouTube, Mediaset si abbassi le mutande e si metta a servizio (copyright), e in contemporanea alla berlina (insulti e minacce su tutta la linea da sempre).
Hanno inventato la medaglia di testa o croce dove però, comunque sia, devono averla sempre vinta.
La solita democrazia a senso unico, insomma, ma con un'aggravante: la mia sensazione è che oggi cresca il rapporto numerico inversamente proporzionale tra chi spara per partito preso, e chi ha ancora senso per la giustizia ed il diritto.
Così uso il mio blog per dar voce a questo post non mio, servisse a dargli anche un solo lettore in più, ne sarà valsa la pena.
Cliccate qui e riempitelo di insulti
Sia chiaro che qui non si entra nel merito della questione posta da Grillo: il comportamento di Napolitano, il boicottaggio di “Repubblica” e così via. Qui si pone una piccola questione di metodo: il fatto che Beppe Grillo si sia lanciato in un attacco personale a un giornalista che non gli piace pubblicandone poi l’indirizzo mail.
Grillo sa benissimo com’è composto il pubblico che lo segue: c’è un parte di ottimi ragazzi con ideali di pulizia (etica e ambientale) ma c’è anche una fetta - una larga fetta - di furibondi biliosi e aggressivi, gente che insulta violentemente, senza ragionare e senza mai firmarsi con il proprio vero nome. Ne sa qualcosa chiunque abbia dissentito in passato dal comico-capopolo genovese, compreso il sottoscritto.
Quindi è inutile menare il cane per l’aia: Grillo ha consapevolmente e deliberatamente scatenato questa parte del suo popolo - non la migliore - aizzandola contro un giornalista sgradito, la cui casella oggi (è facile immaginarlo) sarà strapiena di insulti e minacce.
Niente di grave, per carità, di insulti via mail non si muore di certo.
Ma non è certo un passo in avanti verso un’azione politica basata sulla responsabilità individuale e sulla crescita di civiltà. Tocca ripetere una cosa già scritta in passato in questo blog: se questo è il futuro della politica in Rete, fa veramente schifo.
Imperversa la polemica, che poi polemica non è.
Sembrano tutti daccordo sul fatto che, rispetto a YouTube, Mediaset si abbassi le mutande e si metta a servizio (copyright), e in contemporanea alla berlina (insulti e minacce su tutta la linea da sempre).
Hanno inventato la medaglia di testa o croce dove però, comunque sia, devono averla sempre vinta.
La solita democrazia a senso unico, insomma, ma con un'aggravante: la mia sensazione è che oggi cresca il rapporto numerico inversamente proporzionale tra chi spara per partito preso, e chi ha ancora senso per la giustizia ed il diritto.
Così uso il mio blog per dar voce a questo post non mio, servisse a dargli anche un solo lettore in più, ne sarà valsa la pena.
Cliccate qui e riempitelo di insulti
Sia chiaro che qui non si entra nel merito della questione posta da Grillo: il comportamento di Napolitano, il boicottaggio di “Repubblica” e così via. Qui si pone una piccola questione di metodo: il fatto che Beppe Grillo si sia lanciato in un attacco personale a un giornalista che non gli piace pubblicandone poi l’indirizzo mail.
Grillo sa benissimo com’è composto il pubblico che lo segue: c’è un parte di ottimi ragazzi con ideali di pulizia (etica e ambientale) ma c’è anche una fetta - una larga fetta - di furibondi biliosi e aggressivi, gente che insulta violentemente, senza ragionare e senza mai firmarsi con il proprio vero nome. Ne sa qualcosa chiunque abbia dissentito in passato dal comico-capopolo genovese, compreso il sottoscritto.
Quindi è inutile menare il cane per l’aia: Grillo ha consapevolmente e deliberatamente scatenato questa parte del suo popolo - non la migliore - aizzandola contro un giornalista sgradito, la cui casella oggi (è facile immaginarlo) sarà strapiena di insulti e minacce.
Niente di grave, per carità, di insulti via mail non si muore di certo.
Ma non è certo un passo in avanti verso un’azione politica basata sulla responsabilità individuale e sulla crescita di civiltà. Tocca ripetere una cosa già scritta in passato in questo blog: se questo è il futuro della politica in Rete, fa veramente schifo.
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