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9 luglio 2009

Il boomerang del G8 (andiamo malino)

Non ho resistito, questo articolo de l'Unità è talmente prolisso e involuto, e così sbrodolato e ridondante di aggettivi inutili, che non ho resistito alla voglia di rivederlo.
Anche perchè, francamente, sotto il profilo politico non riuscivo neanche a prenderlo in considerazione. Però son sicuro che chi l'ha fatto sia capace di scrivere, ma a condizione di non dover per forza riempire di fumo un paio di cartelle.

Il boomerang del G8
Sta accadendo tutto assieme, con una precisa dinamica, che solo la nebulosità di parte della stampa italiana non riesce a
(non) vedere. Quello che si ripete da quasi un mese, che (:) siamo vicini a una scossa che creerà un problema istituzionale e serie difficoltà al premier Silvio Berlusconi, è del tutto evidente. E non si tratta dell'ennesima intervista, all'ennesima ragazza barese e zone limitrofe, che ci tocca leggere quasi ogni giorno. E neppure le dieci domande al premier che servono assai a poco.
Procediamo, con ordine, e a ritroso. Intanto: la questione morale è importante nella caduta libera di Berlusconi, ma non è determinante. I vescovi hanno attaccato indirettamente il premier, il mondo cattolico è in parte disgustato, ma tutto questo non basta(no) ancora a metterlo in difficoltà. Se poi usciranno dettagli e fatti ancora più imbarazzanti sarà tutta un'altra storia. Leggere la caduta libera di Berlusconi associandola alle storie di villa Certosa e di Casoria, è un errore. La crisi di Berlusconi è una crisi di sistema infinitamente più grave. Sta innanzi tutto nella capacità che ha avuto di trasformare un paese(,) con un ruolo internazionale autorevole, in un paese (uno stato) privo di peso, e incapace di svolgere il suo ruolo internazionale in un modo serio e rigoroso.
Quello che ha scritto il "Guardian" sul G8, smentito da Frattini, è sicuramente vero nella sostanza, indipendentemente dal fatto che gli (senza bisogno di guardare agli) sherpa si siano riuniti per il G8 o per il G20. Mancanza di progettualità, totale improvvisazione, e un'agenda poverissima (senza idee) fa(nno) riflettere sul fatto che siamo (di essere) nel G8 senza meritarlo affatto. (, e deprivati del) Senza avere più il know how sufficiente. Questo è una cosa chiara a tutti. E Non è un (a) caso che qualcuno, leggi in primis Obama, (pensa al) voglia sostituirci con la Spagna (per sostituirci), Forse nessuno lo ha ancora detto ufficialmente ma il nostro ministro degli Esteri non può non sapere che negli ambienti della diplomazia internazionale se ne parla, e ormai da qualche mese.
Ieri Obama e Medvedev hanno siglato un accordo storico. Costretti a farlo a Mosca, per evitare l'invadenza fuori luogo di Silvio Berlusconi. La visita negli Stati Uniti di ('appuntamento con) Berlusconi è (era) stato poco meno di un tè frettoloso, e privo di qualsiasi importanza. In compenso importante (fu invece) era invece la visita, sconcertante per gli osservatori internazionali e italiani, del colonnello Gheddafi. E soprattutto fortemente imbarazzante (sarà) la quantità di affari che Gheddafi farà con l'Italia. In primis con Finmeccanica, che ha un (il cui) ruolo strategico e militare (è) noto a tutti.
Ora, una cosa è chiara. L'amministrazione Obama, non considera Berlusconi un amico, e () tantomeno un partner affidabile. Esattamente l'opposto di quanto faceva (accadeva con) Bush. Ma soprattutto gli altri (I) membri del G8 considerano l'Italia un paese che non ha più i numeri, quelli veri, quelli economici, oltre a quelli culturali, per stare tra i paesi che nel mondo contano davvero. Su questo tessuto politico, economico e culturale si innesta tutto l'armamentario delle feste, delle fotografie, della rivalità con Murdoch, che ovviamente non può che augurarsi la caduta di Berlusconi. Se Berlusconi non fosse responsabile diretto della decadenza e del ridicolo in cui è scivolato il nostro paese, probabilmente le sue feste con "Meno male che Silvio c'è", rimarrebbero qualcosa di sgradevole e poco più. Il(, ma il) punto è che Villa Certosa, feste e compleanni di minorenni, sono il corollario di un modo di muoversi (apparire) sullo scenario internazionale che lascia fortemente perplessi.
Così questo G8 di Coppito rischia di diventare un boomerang per il governo come non ce ne erano mai stati (mai visto). E non perché potranno uscire (per nuove) fotografie di paparazzi, ma (perché) sarà palese tutta la nostra inconsistenza. Se così sarà, come è probabile che sia, i conti si faranno presto.

Ecco, così forse ci si addormenta di meno.

Sta accadendo tutto assieme, con una dinamica che solo la nebulosità di parte della stampa italiana riesce a non vedere. Siamo vicini a una scossa che creerà un problema istituzionale al premier Silvio Berlusconi. E non si tratta dell'intervista all'ennesima ragazza barese che ci tocca leggere quasi ogni giorno. La questione morale è importante nella caduta libera di Berlusconi, ma non è determinante. I vescovi, il mondo cattolico disgustato, non bastano ancora a metterlo in difficoltà. Leggere la caduta libera di Berlusconi associandola alle storie di villa Certosa è un errore. La crisi di Berlusconi è una crisi di sistema. Sta innanzi tutto nella capacità che ha avuto di trasformare un paese, con un ruolo internazionale autorevole, in uno stato incapace di svolgere il suo ruolo internazionale.
Quello che ha scritto il "Guardian" sul G8, smentito da Frattini, è vero nella sostanza senza bisogno di guardare agli sherpa. Mancanza di progettualità, improvvisazione, e un'agenda senza idee, fanno riflettere sul fatto di essere nel G8 senza meritarlo, e deprivati del know how sufficiente. Non a caso qualcuno, in primis Obama, pensa alla Spagna per sostituirci, e il nostro ministro degli Esteri non può non sapere che la diplomazia internazionale ne parla da qualche mese.
Ieri Obama e Medvedev hanno siglato un accordo storico, a Mosca, per evitare l'invadenza fuori luogo di Silvio. L'appuntamento con Berlusconi era stato poco meno di un tè frettoloso In compenso fu invece importante la visita, sconcertante, del colonnello Gheddafi. E imbarazzante sarà la quantità di affari che Gheddafi farà con l'Italia. In primis con Finmeccanica, il cui ruolo strategico e militare è noto.
Obama non considera Berlusconi un amico, tantomeno un partner affidabile. Esattamente l'opposto di quanto accadeva con Bush. I membri del G8 considerano l'Italia un paese che non ha più i numeri, economici, culturali, per stare tra i paesi che contano davvero. Su questo tessuto politico, economico e culturale si innesta l'armamentario delle feste, delle fotografie, della rivalità con Murdoch. Se Berlusconi non fosse responsabile del ridicolo in cui è scivolato il nostro paese, le sue feste con "Meno male che Silvio c'è" rimarrebbero qualcosa di sgradevole e poco più, ma il punto è che Villa Certosa, feste e compleanni, sono il corollario di un apparire sullo scenario internazionale che lascia perplessi. Così questo G8 rischia di diventare un boomerang mai visto. E non per nuove fotografie di paparazzi, ma perché sarà palese tutta la nostra inconsistenza. Se così sarà, è probabile che i conti si faranno presto.

Certo, a proposito di conti, abbiamo già cominciato a farli...



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