Questa sinistra isterica fermi la caccia al premier
6 luglio 2009 Il Giornale
scritto da Gianpaolo Pansa
A sinistra troppa gente sta diventando isterica? Comincio a pensarlo dopo una serie di indizi che, insieme, fanno una prova. Mercoledì 1° luglio Il Giornale ha pubblicato due lettere inviate al direttore, Mario Giordano. Erano firmate o siglate, venivano entrambe da Milano e raccontavano le disavventure di due lettori del suo quotidiano. Vediamo la prima. Il venerdì 26 giugno un signore sale sull’Eurostar Roma-Milano, si siede al posto assegnato e comincia a leggere Il Giornale. Passano pochi minuti e viene insolentito da un altro passeggero. Costui ringhia: «Odio quelli che leggono Il Giornale!». Dopo qualche altro minuto, l’odiatore esclama: «Non posso sopportare la vista dei fascisti!». E si alza, cambiando posto nella carrozza. Nessuno reagisce. Nessuno sembra aver sentito nulla.
La seconda è del 23 giugno. Milano, filobus della linea 90-91 nel tratto fra piazzale Lodi e piazza Tripoli, ore 13. Un passeggero è seduto e ha in mano Il Giornale. Ma anche per lui la lettura si rivela un’impresa. Una donna sui trent’anni gli dice: «Lei mi fa venire il voltastomaco. È privo di senso critico». Poi aggiunge, urlando: «Lei ragiona come il suo capo, il Berlusconi». Il lettore del Giornale le replica che ciascuno sceglie il quotidiano che crede. Ma la donna non si quieta. Le dà manforte un giovanotto sui trent’anni. Poi la coppia scende dal filobus gridando: «Sei un servo di Berlusconi. E fai davvero schifo!».
La risposta di Giordano è intelligente e pacata. Si limita a dire che a nessuno dei suoi lettori verrebbe in mente di insultare chi legge Repubblica. Poi rivela che gli stanno arrivando molte lettere dello stesso tenore. Infine conclude con una verità: «Il centrodestra è maggioranza nel Paese. Purtroppo però è una minoranza culturale». Risposta tranquilla e, dunque, buona. Confesso che al suo posto sarei stato ben più duro.
Il lettore aggredito sul filobus ricorda che negli anni Settanta, a Milano, acquistare Il Giornale, allora diretto da Indro Montanelli, poteva essere pericoloso: «Si rischiavano le bastonate. Di solito si comprava anche un altro quotidiano che serviva a nascondere il primo». Succedeva davvero così. In quel tempo lavoravo al Corriere della Sera. L’aria di Milano era orrenda. La sinistra menava e qualche volta sparava. Indro era ritenuto un fascista, come i suoi lettori. E infatti venne gambizzato dalle Brigate rosse.
[continua su il legno storto]
Figuriamoci il sottoscritto che frequentava Architettura al Politecnico di Milano. Il Giornale, ma non solo, anche il Corriere, bisognava nasconderli in borsa, per entrare in Università.
E si entrava solo dopo aver versato l'obolo agli scagnozzi di soccorso rosso, della signora franca rame, quattrini che servivano a sosteneva i brigatisti "in esilio all'estero". Oddio, ad essere sinceri, si era anche liberi di rifiutare, al momento non sarebbe successo niente, ma si entrava nelle liste speciali.
Io, come ora, non facevo politica attiva, ma non ho mai nascosto le mie idee, vicine all'edera.
Fu allora che presi un'abitudine che ancora non riesco a perdere. Scendere dalla macchina chiudendo a mano, con la chiave, e usare quel momento per buttare uno sguardo distratto su tutta la via.
Invece quello qui descritto succedeva davanti a una struttura pubblica, lo puoi negare, ma si sa benissimo che risponde al vero.
Il link al tuo blog sono stato costretto a rimuoverlo perche il mio blog non serve a indirizzare a luoghi dove la battaglia politica si fa inneggiando alla morte.
Se vi augurate che Berlusconi crepi liberissimi ma lo fate da soli.
Le barricate son sempre esistite, tu per primo ne hai erta una con me, togliendomi dalla lista, mi spiace questo io non lo chiamo
"confronto".