Sito di luogo comune, scritto da redazione (ossia Massimo Mazzucco),
Quando Al Gore perse la gara per la Casa Bianca, dopo la sentenza della Corte Suprema a favore di Bush, andò in TV e disse: “Non condivido questa sentenza, ma la accetto”.
Ieri invece Silvio Berlusconi si è ribellato alla sentenza sul Lodo Mondadori, definendola “al di là del bene e del male” e “certamente una enormità giuridica”, come se si trattasse di un dispetto personale.
Secondo me qualche novello Umberto Eco dovrebbe cominciare a descrivere la nuova struttura della comunicazione, perchè sta soppiantando i vecchi percorsi logici della dimostrazione.
A volte questa struttura non è semplice da estrarre, sepolta in un periodare lungo, zeppo di divagazioni e riferimenti, o perso nei pacifici assunti di un già detto a catena, che per essere verificato avrebbe bisogno della promulgazione di un Testo Unico (stile Travaglio, per esemplificare).
Questo testo di Mazzucco è invece talmente semplice, da prestarsi al più spedito degli esempi didattici.
Il testo contrappone due reazioni, quella di Al Gore e quella di Berlusconi, entrambi implicati in un evento.
L'evento è una sentenza negativa, e le reazioni dei protagonisti a questo elemento fondante vengono assunte quali basi delle dimostrazioni sviluppate poi nell'articolo.
Ma facciamo un passo indietro?
Torniamo sul concetto di sentenza, senza accontentarci del suono della parola?
Nel vocabolario Italiano il termine sentenza è utilizzato in senso stretto nel linguaggio giuridico, con la designazione di un colpevole, ma pure in senso ampio, ad indicare un'espressione di preferenza in un confronto.
Ma allora, cosa ci sta passando quatto quatto il Mazzucco?
Il furbacchione ci sta dando per buona l'identità di peso di un verdetto, vuoi che nasca da un presupposto giuridico di colpevolezza, vuoi che si fondi su un concetto di preferenza in una diatriba.
Del resto, anche guardando nei fatti, che in Italia l'amministrazione della giustizia sia un fatto di preferenze è abbastanza vero.
Commenti : 4
- Simone82 ha scritto il 13/10/09 12:22 PM
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Soprattutto Al Gore è un noto perseguitato politico negli USA, come Berlusconi in Italia: anche lui infatti ha avuto migliaia di perquisizioni e controlli nelle sue aziende e centinaia di giorni di tribunale per rispondere a decine di accuse la maggior parte delle quali rivelatesi completamente infondate...
è un diritto solo "loro" mica nostro!!