E' nella norma leggere di tutto sui malfunzionamenti e sugli sprechi delle ferrovie italiane, ma è viceversa quasi impossibile imbattersi in un trafiletto di stampa che renda noto il fiume di denaro pubblico speso per porre rimedio all'arte "grafitara" ed ai vandalismi che l'accompagnano.
E' invece piuttosto facile imbattersi in articoli imbarazzanti che mitizzano la realtà con degli ipocriti distinguo tra lo scempio delle bombolette ed improbabili "messaggi artistici".
L'unica cosa certa, che accomuna all'arte questi scempi, è sicuramente l'elevato costo, che però occorre per rimuoverli.
Il discorso diverrebbe complesso, basti dire che gli unici dati abbastanza organizzati che ho trovato sono prodotti dalla stampa specializzata dedicata agli appassionati di ferrovie, riviste che per natura non hanno il vizio di inchinarsi alla politica che corteggia i guastatori.
Estratto da i "iTreni" nr. 342 del novembre 2011:
"gli atti di vandalismo (presso Trenord) ogni anno costano 12 milioni di euro (quanto un treno a due piani da 1.000 posti).
Impressionanti le cifre diffuse. 395.000 metri quadri di imbrattamenti (23 volte la piazza del Duomo di Milano) e 2.750 giornate di lavoro per eliminarli; 1.000 finestrini distrutti; 36.000 sedili danneggiati (5.000 ore di Iavoro); 8.600 martelletti-frangivetro e 250 estintori rubati; oltre 61.000 tendine sostituite.
Mediamente i treni subiscono due atti di vandalismo al giorno, con picchi fino a sei nella fine settimana, che almeno una volta al giorno obbligano un treno a rientrare in deposito per le necessarie riparazioni, per un totale annuo di 8.250 ore di treni sottratti al servizio viaggiatori.
Per lottare contro questo fenomeno vi sono 4.000 telecamere lungo la rete e Trenord ha rafforzato il presidio della Polizia Ferroviaria e ha inserito nel nuovo organigramma una specifica direzione security."
E' invece piuttosto facile imbattersi in articoli imbarazzanti che mitizzano la realtà con degli ipocriti distinguo tra lo scempio delle bombolette ed improbabili "messaggi artistici".
L'unica cosa certa, che accomuna all'arte questi scempi, è sicuramente l'elevato costo, che però occorre per rimuoverli.
Il discorso diverrebbe complesso, basti dire che gli unici dati abbastanza organizzati che ho trovato sono prodotti dalla stampa specializzata dedicata agli appassionati di ferrovie, riviste che per natura non hanno il vizio di inchinarsi alla politica che corteggia i guastatori.
Estratto da i "iTreni" nr. 342 del novembre 2011:
"gli atti di vandalismo (presso Trenord) ogni anno costano 12 milioni di euro (quanto un treno a due piani da 1.000 posti).
Impressionanti le cifre diffuse. 395.000 metri quadri di imbrattamenti (23 volte la piazza del Duomo di Milano) e 2.750 giornate di lavoro per eliminarli; 1.000 finestrini distrutti; 36.000 sedili danneggiati (5.000 ore di Iavoro); 8.600 martelletti-frangivetro e 250 estintori rubati; oltre 61.000 tendine sostituite.
Mediamente i treni subiscono due atti di vandalismo al giorno, con picchi fino a sei nella fine settimana, che almeno una volta al giorno obbligano un treno a rientrare in deposito per le necessarie riparazioni, per un totale annuo di 8.250 ore di treni sottratti al servizio viaggiatori.
Per lottare contro questo fenomeno vi sono 4.000 telecamere lungo la rete e Trenord ha rafforzato il presidio della Polizia Ferroviaria e ha inserito nel nuovo organigramma una specifica direzione security."
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