Non mi spiace cominciare a leggere in giro quello che almanaccavo qualche tempo fa, non tanto perchè segno di non essere proprio l'ultimo dei cretini, ma perchè, se è vero ciò che penso, è possibile che inizi un ciclo virtuoso.
Obama ha stravinto la sua battaglia mediatica.
Non mi riesce di chiamarla altrimenti, mi ricorda troppo un tale imprenditore-cliente che ebbi a frequentare anni fa.
Raccoglieva nel suo ufficio la massa dei suoi fornitori imbufaliti, e li riduceva ad agnellini. Li caricava di promesse al punto tale che questi se ne uscivano senza un soldo ma con una gran voglia di fare.
Chiaro che l'effetto di questa pozione durasse poche ore, ma il giochino gli riuscì a lungo prima d'esser preso per le orecchie.
Visto che ormai nella politica occidentale questa pratica barbara non si usa più per nessuno, la positività, com'è noto dall'epoca delle full immersion di formazione degli anni '80, non può invece che funzionare.
L'unico a non volerlo caparbiamente capire è la nostra brutta copia di Obama.
Barak è l'uomo del si, Walter resta l'ometto del no.
Il primo è lo spingere al fare, il secondo, da esatto contrario, continua a scagliarsi contro chi fa.
Obama raccoglie un grande paese, Veltroni nemmeno riesce a tenersi vicino i resti di un grande partito.
Fustigare è difficile, non è compito per un politico. Si rischia di assorbire la negatività degli eventi, è molto più produttivo spronare.
Se siamo ormai giunti ai minimi ci sarà pure qualcuno che si sacrificherà per raddrizzare qualcosa.
L'importante è riuscire a mantenersi sempre sulle generali; per i dettagli le comparse sono già tutte in fila, che provvedano.
Obama ha stravinto la sua battaglia mediatica.
Non mi riesce di chiamarla altrimenti, mi ricorda troppo un tale imprenditore-cliente che ebbi a frequentare anni fa.
Raccoglieva nel suo ufficio la massa dei suoi fornitori imbufaliti, e li riduceva ad agnellini. Li caricava di promesse al punto tale che questi se ne uscivano senza un soldo ma con una gran voglia di fare.
Chiaro che l'effetto di questa pozione durasse poche ore, ma il giochino gli riuscì a lungo prima d'esser preso per le orecchie.
Visto che ormai nella politica occidentale questa pratica barbara non si usa più per nessuno, la positività, com'è noto dall'epoca delle full immersion di formazione degli anni '80, non può invece che funzionare.
L'unico a non volerlo caparbiamente capire è la nostra brutta copia di Obama.
Barak è l'uomo del si, Walter resta l'ometto del no.
Il primo è lo spingere al fare, il secondo, da esatto contrario, continua a scagliarsi contro chi fa.
Obama raccoglie un grande paese, Veltroni nemmeno riesce a tenersi vicino i resti di un grande partito.
Fustigare è difficile, non è compito per un politico. Si rischia di assorbire la negatività degli eventi, è molto più produttivo spronare.
Se siamo ormai giunti ai minimi ci sarà pure qualcuno che si sacrificherà per raddrizzare qualcosa.
L'importante è riuscire a mantenersi sempre sulle generali; per i dettagli le comparse sono già tutte in fila, che provvedano.
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