

Corriere
Sicurezza, l'avvertimento di Bucarest
«Non consentiremo misure xenofobe»
.....
Il ministro ha ricordato le circa 25.000 imprese a capitale italiano di Romania e «il contributo dei romeni che lavorano in Italia al Pil della Penisola».
.....
Benissimo, ora però mi piacerebbe capire un particolare che non mi torna.
I lavoratori stranieri in Italia sono importanti per la nostra economia, ogni giorno ci viene ripetuto questo concetto. Ma al contempo la litania preferita dalla stampa sui giovani italiani è che per loro non c'è un futuro, ma solo posti da precari a 200 euro al mese.
La contemporaneità dei due fenomeni è dunque solo apparentemente contraddittoria e mi piacerebbe proprio che qualche testa d'uovo, tipo Grillo e Travaglio, per intenderci, mi illuminasse su questo mistero:
Per i lavoratori italiani in Italia non c'è futuro, mentre agli stranieri il lavoro va assicurato perchè per noi italiani il loro contributo è prezioso.
Mi permetto di non accettare una situazione di questo tipo, preferisco passare da xenofobo, piuttosto che da imbecille.
jo il 14/5/08 10:17 AM
Ciao Pinky,
ero certissimo di leggerti su questo post. E dici cose assolutamente giuste. Ma la mia domanda è questa, ed è molto scomoda, soprattutto a livello etico e anche come interrogativo personale:
Se io dispongo di qualcosa (posti di lavoro, in questo caso), è giusto che offra la poca disponibilità di ciò che ho a chi proviene dall'estero?
Gli italiani che non trovano lavoro sono una realtà oggettiva.
Ossia è giusta una politica protezionista o no ?
Se a tavola hai un solo piatto di minestra, lo dai a tuo figlio o al figlio bisognoso del tuo vicino, il cui padre non è stato capace, a differenza di te, di assicurarsi la minestra?
Questi paesi dell'est per 50 anni hanno utilizzato sistemi economici collettivisti in antitesi al "capitalismo" nostrano.
Ora, per fame, hanno fatto crollare i muri e vogliono mangiare "nel" capitalismo nostrano.
E' corretto?
Da un punto di vista evangelico potrebbe esserlo, ma da un punto di vista politico?
I problemi sociali altrui devono essere privilegiati rispetto ai nostri?
Io ho un forte sospetto, che il giovine "interinale" italiano preferisca un posticino alla tastiera di un pc, e girarsene col pizzetto, cellulare tribùtim e completino nero con borsa del portatile annessa, piuttosto che fare il vetraio, o il muratore, o l'agricoltore...
ma questo andrebbe detto, allora
....
Luisa il 14/5/08 11:07 PM
Il tuo sospetto in molti casi è più che fondato, ma chi ha voluto tenere i ragazzi nella bambagia? Chi è ha sempre voluto che avesse il pezzo di carta in mano? Chi ha educato i figli alle cose facili? Ogni tanto prendiamoci le responsabilità che ci competono.
Se lo facessimo la nostra generazione per i due terzi sarebbe inginocchiata sui ceci.....E l'altro terzo sarebbe più apprezzato.
jo il 15/5/08 2:40 AM
Luisa può darsi che tu abbia ragione, oppure no, rifletti un attimo se non stai per caso perpetuando il sistema che condanni, trasferendo pari pari le responsabilità dei ragazzi direttamente ai genitori, e quindi a tua volta "bambagiandoli".
Io credo che di bambagia qui non ce ne sia più per nessuno da almeno un ventennio, e guarda un po' la crisi esce ora, eravamo semmai noi più tranquilli e felici nella bambagia fasulla dei "felici" anni 80.
Secondo me è proprio questo continuo trasferire responsabilità al "sociale" che mortifica la gente seria, grandi e piccoli, e che invece in generale si fa un culo così, e sono molto di più di un terzo, tranquilla.
Bisognerebbe avere il coraggio di dire che se qualcuno è deficiente e passa la sua vita da bamboccione pretenzioso o da rapper gasato coi jeans abbassati sul culo la colpa è sua e basta.