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24 febbraio 2010

Le frottole cubane

Il Corriere

L'AVANA - Il dissidente cubano Orlando Zapata Tamayo, 42 anni, è morto all'ospedale dell'Avana, dove era ricoverato dopo 85 giorni di sciopero della fame. Era stato arrestato nel 2003 e condannato a 36 anni per diversi reati, fra cui vilipendio di Fidel Castro. «È stato un omicidio premeditato» ha detto la madre, Reina Tamayo Dange. Le condizioni di Zapata si erano aggravate martedì mattina: trasferito in un ospedale tra i più attrezzati dell'Avana, è morto poche ore dopo.

«COLPA DEGLI USA» - Il fratello del líder máximo e attuale presidente, Raúl Castro, si è detto dispiaciuto ma ha aggiunto che il decesso è «il risultato dei rapporti con gli Stati Uniti» e del loro comportamento. A Cuba, spiega, «non ci sono torturati, non ci sono stati torturati, non c'e stata alcuna esecuzione. Queste cose succedono alla Base di Guantanamo».

era proprio il 2003, ricordavo bene

Il Foglio

Con uno scarno comunicato il governo dell'Avana ha informato che tre dei responsabili del tentativo di fuga dall'isola avvenuto dieci giorni fa sono già stati condannati a morte con procedura sommaria e fucilati. Con questa decisione ignobile Fidel Castro si mette sullo stesso piano del dittatore della Germania orientale Walter Ulbricht, che faceva sparare dai vopos a chi tentava di evadere dal "paradiso socialista" scavalcando il muro. Anzi, fa di peggio, perché ha fatto uccidere gli oppositori non durante il tentativo di fermarli, ma quando erano già arrestati e in carcere.
Le fucilazioni rappresentano il suggello di sangue a una colossale offensiva repressiva, che ha visto arrestare e condannare a pene pesantissime un'ottantina di oppositori politici, rei di aver navigato in Internet o di aver lamentato la mancanza di libertà. Come è emerso nel rapidissimo procedimento giudiziario, a ciascuno di loro erano da tempo state appiccicate spie del governo, che hanno poi svolto con le loro odiose delazioni il mestiere di Giuda.

2003 - FUCILATI A CUBA

A Cuba i reclusi politici sarebbero ancora 53. Ovvero, sono reclusi, ma chi può giurare sul numero?
E noi siamo qui, che ce la facciamo tirare con le veline e le prediche di Adriano Sofri.

Blogger jo il 25/2/10 9:25 AM
no, non parlo di voto, CHE NOI POSSIAMO CMQ ESPRIMERE, parlo di atteggiamenti culturali.
Per me tra situazioni come questa e l'Italia c'è la stessa differenza che corre tra bunuel e i fratelli vanzina, per intenderci.
E qui comprano le pagine del times... per parlare della libertà in Italia.

Certo, è logico che in ogni condominio si litighi col vicino, che Haiti sia nulla rispetto alla "vergogna" con cui sono stati trattati gli aquilani.

Però che mi senta anche prediche mi pare davvero eccessivo.
Una volta almeno, nei paesi comunisti, facevano le visite guidate. Per credergli bastava essere solo un pochettino gonzi...



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22 febbraio 2010

Internet shooting


«Giochiamo al tiro al bersaglio con i bambini Down».
L'ultima trovata dei Gruppi su Facebook.
Non mi stupisco più di tanto, un certo modo di porsi, ormai comunemente accettato e incoraggiato, pieno di minacce, insulti, e sfottìo, nato e propagato da una parte precisa con precisi intenti politici (vedi come esempi i commenti del signor Grillo e il dileggio sull'episodio della Madonnina del Duomo) si è profondamente radicato, e gli strati più abietti della socìetà si sentono autorizzati agli atteggiamenti più ignobili.
Questo "shooting" è la ricaduta culturale di qualcosa d'altro.




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17 febbraio 2010

Gli amici degli amici della magistratura parte II

Da vari giornali su Cristiano, figlio di Tonino :

Cristiano: «Poi un’altra cosa, non so se la puoi fare questa cosa o meno… se hai la possibilità… ». Mautone: «Dimmi, dimmi».
Cristiano: «Io ho un amico però è ingegnere e sta a Bologna, volevo sapere se su Bologna c’era possibilità di trovargli qualcosa…».
Mautone: «Adesso vediamo, ci informiamo subito e vediamo».
E la risposta di Mautone riguardo agli incarichi da assegnare a professionisti amici suoi e di Nello Di Nardo:
Gli ho dato l’incarico! Poi non l’ho ancora dato a lei! Lo passerò sempre a te e poi ce lo farai avere tu!


e ancora Da Anno Zero :

"Stanno qui da me due amici di Cristiano, i due architetti Morrone che tu hai già conosciuti e non gli fare prendere collera!"
Cristiano Di Pietro: "Ti volevo parlare un attimino delle questioni delle caserme, per quanto riguarda le forniture; qua come funziona; pure su quella di Termoli, chi fa l’impianto elettrico e dove va a fornirsi del materiale"
"Senti è arrivata la domanda di quel signore e ha fatto il 7% e io gli ho fatto il 10%"
Cristiano Di Pietro: "Ottimo, ottimo!"

Però dobbiamo adeguarci alla spiegazione che su youtube ci fornisce papà Tonino, questo è solo eccesso di zelo... - Ma chi te l'ha fatto fare? - Gli dice.
I quattrini, cara la mia testina......
Ma il problema non è questo, il problema è che, al solito, per gli amici degli amici, queste cose sono irrilevanti ai fini processuali, e tutto è stato soffocato e sepolto.



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Gli amici degli amici della magistratura parte I

Ma come si fa a cavallottare le conseguenze delle intercettazioni?
Semplice, basta chiamarsi Di Pietro.

.... indagava sul banchiere Pierfrancesco Pacini Battaglia. Quello «sb(i)ancato». Il faccendiere aveva nel 1993 acquistato schede telefoniche svizzere per evitare le intercettazioni. Alcune di queste, appurò il Gico della guardia di finanza, Pacini Battaglia le aveva anche regalate ad amici e conoscenti. E secondo il giudice Ferdinando Imposimato, uno dei destinatari era proprio l’ex pubblico ministero. «L’utenza gsm n. 0041/892009854 è stata certamente usata da Di Pietro», ricorda Imposimato nel suo libro Corruzione ad alta velocità: «Queste schede avevano all’epoca una particolarità, rendevano praticamente inintercettabili i telefoni che le usavano», continua Imposimato, e ovviamente chi usava quei telefoni di fatto non aveva nulla da temere. «Queste schede erano tutte intestate a Henri Lang, autista di Pacini Battaglia. Questo è agli atti della magistratura bresciana. E il fatto che il gip De Martino non l’abbia considerato reato non vuol dire che non sia vero».

Di Pietro, all’uscita del libro di Imposimato, tanto per non smentirsi, annunciò querela. «La sto ancora aspettando. Né io né la mia casa editrice Koiné abbiamo mai ricevuto querele, citazioni o richieste di rettifica da Di Pietro o da suoi rappresentanti», rivela Imposimato al Giornale.

Tornando alle schede svizzere di Pacini Battaglia - che anticipavano un sistema poi perfezionato dal dg juventino Luciano Moggi, come emerse nell’inchiesta della procura di Napoli su Calciopoli - è vero che a Brescia il gip non diede seguito alle contestazioni dei pm, che ritenevano invece come l’uso e il possesso di quella scheda telefonica dimostrassero il legame e i rapporti diretti tra Di Pietro e il banchiere italo-svizzero che Tonino indagava. Ma è vero anche che l’utilizzo di altre sim svizzere di Pacini Battaglia è stato giudicato penalmente rilevante da altri magistrati. Quando il gip di Milano Alessandro Rossato chiese al Parlamento l’arresto di Cesare Previti, tra le motivazioni della pericolosità dell’ex deputato mise nero su bianco che «l’onorevole Cesare Previti ha utilizzato una o due schede telefoniche gsm svizzere, fornitegli da Pacini Battaglia (int. 30/7/1997) “per sentirsi più tranquillo sulle telefonate che faceva”». Stesse schede, valutazioni difformi.

da Il Giornale



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15 febbraio 2010

Pro memoria per L'Aquila

Un ricordino dedicato ai compagni che ieri hanno manifestato a L'Aquila, con gli auguri che facevano loro gli altri grufolanti compagni del Guardian.

Pro memoria per L'Aquila



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8 febbraio 2010

Di Pietro : messaggio agli elettori, o a chi?


Di Pietro sente il bisogno di giustificarsi, ed è comprensibile, dato che IdV sostiene un candidato sotto processo, smentendo clamorosamente tutte le premesse. Non ha alternativa, ammette.
C'è anche chi è sicuro che il PD lo tenga per le palle.

Vanno di moda le dietrologìe, e ora vi sfodero la mia, guardate dietro Di Pietro, il quadro che gli fa da unico fondale.
La tela rappresenta una coppia di tavola apparecchiate, guarda un po' il caso.



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7 febbraio 2010

Gli Avventurieri dell'IDV

"Quella di Genchi e del suo ruolo è una vicenda che presenta aspetti assai inquietanti e tutt'altro che chiariti". Lo dichiara Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl.
"Genchi ha espresso le sue farneticazioni al congresso dell'IdV ed è stato anche smentito dai dirigenti di quel partito. E' incredibile che un tipo del genere - afferma Cicchitto - sia stato per almeno dieci anni l'uomo di fiducia di molti procuratori per quello che ha riguardato la gestione dei tabulati telefonici. E' ancora da capire, e non lo spiega il richiamo al distacco sindacale, come un ufficiale di PS abbia potuto contemporaneamente gestire una società privata che svolgeva un ruolo così delicato e significativo".

Di Pietro, di fronte alle enormità del suo accolito avventuriero e amico di De Magistris, il signor Genchi, ha dovuto prendere le distanze anche lui, ma resta il fatto che di gente lurida, a far gli aizzapopolo, DENTRO LO STATO, e LADRA DI SOLDI NOSTRI, ne abbiamo avuta, e ne avremo.
Un estratto dal Corriere delle dichiarazioni di questo gaglioffo:

LE FRASI AL CONGRESSO IDV - Dopo la perdita di popolarità per «l'outing della moglie di Berlusconi e il fuorionda» di Gianfranco Fini a Pescara, «provvidenziale - aveva detto Genchi al congresso Idv - è arrivata quella statuetta che miracolosamente ha salvato Berlusconi dalle dimissioni che sarebbero state imminenti». Genchi per sostenere la sua tesi avevi citato la sua «esperienza in polizia» e i «video che tanti giovani propongono su Youtube per capire che nel lancio non c'è nulla di vero». Poi aveva puntato il dito contro la scorta che «è come un anello o un preservativo che non può essere rotto», e contro lo stesso Berlusconi che «è uscito da quell'anello». E aveva parlato anche di una «pantomima coronata da quell'uscita di quel fazzoletto nero ed enorme che sembrava quello di Silvan, dal quale mancava solo che uscisse un coniglio»

Nota su Genchi da una dichiarazione di De Magistris:
“E’ un consulente, un vicequestore della polizia di Stato che lavora per le magistrature, per i pubblici ministeri, per i giudici, le Corti d’assise e i tribunali, potremmo dire sin dagli inizi degli anni ‘90"


Blogger jo il 7/2/10 2:17 PM
parecchi articoli ho consultato prima di fare questo post ... mi pare strano che ti sembri strano :d
è domenica non lo posto che farebbe rissa su FB, oggi ... apprezza e non dettagliare, anche io per amicizia... :))



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6 febbraio 2010

IL PESCE IN BARILE
Di Pietro, il Reuccio deposto di Second Life

Di Pietro, il Reuccio deposto di Second Life

Era il 2007, Di Pietro sbandierava la sua IDV, nel senso letterale del termine, anche su Second Life.
Grandi propositi e grandi manifestazioni di autostima per il primo politico trionfalmente "sbarcato su Second Life".
L'Isola di Never Land sarebbe dovuta magnificamente diventare quella piattaforma politica importante, avanzata e innovativa, che gli altri, al contrario di lui, non sapevano neanche concepire.
Oggi Tonino ha anche il record del primo politico italiano che da SL è strisciato fuori quatto quatto. Tutto sbaraccato e venduto nel riserbo assoluto.
Non ditelo in giro, mi raccomando.
Io l'ho cuccato perchè sono un rompino... ma non si risappia, altrimenti Tonino ci fa l'ennesima figura di palta!



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1 febbraio 2010

I segreti di De Magistris

Ciancimino jr. SETTEMBRE 2009
Palermo - «Io a Silvio Berlusconi mafioso non ci credo. Né papà mi ha mai detto qualcosa al riguardo. Glielo chiesi tre o quattro volte, e rispose sempre allo stesso modo: “È fuori da tutto”. Per certo so che Berlusconi era piuttosto una vittima della mafia. Forse qualcuno intorno a lui, magari del suo più stretto entourage, può aver avuto contatti con Cosa nostra millantando amicizie e mandati del Cavaliere, muovendosi in suo nome e per suo conto, senza che Berlusconi lo sapesse. Papà aveva solo delle perplessità su alcuni personaggi...».


Ciancimino jr. GENNAIO 2010
Nuove rivelazioni di Ciancimino jr:
«Soldi dei boss per fare Milano 2»


Ghedini, Avvocato di Berlusconi, promette querele.
Per parte mia, di Ciancimino e delle sue contraddittorie chiacchiere mi importa poco. Ha dato dimostrazione della sua razza, non gli accenderei neanche una sigaretta, perchè mi fregherebbe l'accendino. Quello che invece mi preoccupa, e parecchio, è capire chi gli stia tirando i fili.
Perchè De Magistris si limita a ritenere che - se dovessero essere riscontrate (le affermazioni di Ciancimino n.d.r.) ci troveremmo di fronte ad una delle pagine più disgustose, prima ancora che criminali, della storia del nostro Paese - ?
E se invece NON trovassero riscontro? Se delle due fosse invece mendace l'ultima deposizione?
Non sarebbe ancor più preoccupante se Ciancimino stesse contribuendo a un disegno attuale di destabilizzazione?
Come mai De Magistris tiene la bocca cucita sulle conseguenze della seconda eventualità, ancor più grave della prima? Cosa nasconde De Magistris?

Blogger ellianarosa@Gmail.it il 2/2/10 4:02 PM
Ritengo che noi quando andiamo a votare siamo responsabili nei confronti della nostra democrazia. Perché non seguiamo la politica della quale ne abbiamo una incompetenza reale e ciò lo dimostriamo quando diciamo "Tanto sono tutti corrotti" e questo secondo noi giustifica il fatto che votiamo persone che sono già conosciute per le malefatte e nonostante tutto gli diamo il nostro voto. In questo caso siamo responsabili e complici della salita al potere di un corrotto. Siamo noi i primi a cambiare se vogliamo che cambi la classe politica e non essere sempre e solo disposti a lamentarci senza fare nulla. Niente si da per niente e se vogliamo che la politica di questo paese cambi in meglio rimbocchiamoci le maniche e incominciamo ad informarci seriamente su chi possiamo votare.

Anonymous pbc.gianluca il 2/2/10 4:18 PM
@ellianarosa@Gmail.it:

Il tuo pensiero non fa una piega, lineare, semplice e di buon senso al tempo stesso.
Peccato che gli elettori (non più cittadini, solo elettori) di oggi si siano assuefatti a consumare informazioni in pillole, senza approfondire su nulla -tanto, ci pensa per me la TV-.

L'idea del voto "complice" si presta bene a descrivere i comportamenti di milioni di italiani caduti nel tranello del "voto utile", rabboniti dalle lusinghe delle tv, fatte di lustrini e sgargianti colori, appositamente studiati per "telerimbambire" il pubblico.

Conosci il movimento "Per il Bene Comune"?
No? Non avevo dubbi.

http://www.perilbenecomune.org



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